Il diabetico lo amo definire un dosatore scelto, alla stregua dei fucilieri chi ha il diabete deve avere della mira nel saper calibrare quanta insulina iniettarsi per mantenere un grado buono di glicemia, di zucchero nel sangue, ed imparare a fottere la malattia prima che lei ti freghi.
Tradotto in pratica: l’altra sera mi sono concesso il lusso alimentare di andare a cena al ristorante; prima di mangiare ho fatto i soliti rituali, ovvero controllo della glicemia, calcolo dei carboidrati e quindi dosaggio dell’insulina (con un carico di 7 unità aggiuntive a quelle standard); prima di cena avevo 301 mg/dl, quindi ho fatto un totale di 15 unità di novorapid ed ho mangiato un antipasto di salumi e 5 crescentine, una braciola di maiale con patate al forno e timballo di melanzane, una fetta piccola di pane e una macedonia di frutta senza zucchero, e poi una bicchiere di vino, per un totale di 99 grammi di carboidrati. Alle 21 ho fatto la lantus. Alle 23.30 mi sono fatto il controllo della glicemia prima andare a dormire: avevo 185 mg/dl, a quel punto ho fatto 2 unità di novorapid per eludere sbalzi iperglicemici certi. La scelta si è rilevata azzeccata: il giorno dopo al risveglio avevo 139 di glicemia e prima di pranzo 86.
Il resoconto particolareggiato è utile per mettere in evidenza come, con una gestione calibrata ed anche aggressiva del diabete, ci si può permettere qualche piccolo peccatuccio alimentare, senza rinunce estreme.