Nel corso di questi anni, mese dopo mese, dalla lettura incrociata dei dati della glicemia e dei carboidrati, seguo l’evoluzione del mio graduale processo di invecchiamento e dell’impatto sul diabete; in particolare verifico gli effetti della condizione sull’assetto alimentare. La cosa che sto comprendendo riguarda la necessità di andare a ridurre leggermente l’apporto di carboidrati piano, piano, nella “dieta” giornaliera. Una persona che non vive problemi legati al metabolismo dei glucidi si disinteressa di cosa e quanto mangia, ma anche un individuo che se ne frega di come va la propria salute quando ha il diabete fa lo stesso. Io da quando tengo a bada il mio compenso glicemico osservo le variazioni e cerco di adattarmi facendo in modo di limitare i disagi e gli squilibri sotto il profilo dietologico. Da questo percorso della mia vita sto applicando quello che in teoria sapevo: ci sono varie fasi dell’evoluzione di un uomo, ed ognuna di queste richiede mosse specifiche di regolazione; comprendere l’insieme che siamo significa, nel mio caso, convivere al meglio con il diabete, o almeno mettercela tutta. Il mio schema alimentare prevede 1475 calorie e 197 grammi giornalieri, nel frangente attuale ho variato la tabella riportando i glucidi a circa 160 grammi e le calorie sulle 1300. La variazione in corso è una delle tante, ed altre ne seguiranno.