Ricevo questa riflessione che volentieri pubblico. Sono la convivente di un diabetico adulto e quindi le mie esperienze nella gestione delle problematiche di salute del mio compagno potrebbero non essere perfettamente sovrapponibili a quelle di chi si deve rapportare a bambini o ragazzi con il diabete di tipo 1. C’è tuttavia un aspetto che mi ha spinto a chiedere a Roberto, se lo riteneva, di riferire anche la mia esperienza. Credo che la cosa che accomuna tutti i parenti o amici di un diabetico, oltre all’affetto ovviamente, quando ci si trova le prime volte ad affrontare una crisi ipoglicemica sia il timore di ‘non fare la cosa giusta’, di non sapere ‘cosa sta succedendo’ e l’ansia che ti porterebbe subito a chiamare il 118 Io sono passata per un apprendistato notevole e nei primi mesi di conoscenza ricordo bene di aver sottovalutato i segnali di una crisi e di aver chiamato il 118 con timore di avere esagerato e poi con la paura di non aver fatto abbastanza. Non che non serva l’intervento medico, per carità, soprattutto se la crisi È improvvisa e se non si riesce a fare assumere al nostro caro un po’di zucchero. Ma nella stragrande maggioranza delle volte (e sono state parecchie, nel nostro caso, purtroppo) occorre soprattutto e in primo luogo abituarsi a ‘vedere’ con occhi consapevoli, per identificare i sintomi della crisi ipoglicemica, in modo da intervenire con successo e per tempo senza traumi per nessuno e magari senza nemmeno chiamare l’ambulanza. Ogni persona avrà le sue caratteristiche di quando ‘È sotto’ con gli zuccheri…e anche dipende dal momento. Quindi 1) allenarsi ad ascoltare i discorsi se diventano sconnessi, a fare attenzione a comportamento poco lucido, se la persona e’ imbambolata o viceversa troppo euforica, rispetto al solito e in rapporto alla situazione che si sta vivendo. 2) verificare se la persona sta sudando copiosamente. 3) se si ha sospetto di una crisi ipoglicemica in atto NON AGITARSI e NON VERGOGNARSI anche di entrare in un bar e chiedere subito una bustina o due di zucchero.(se non l’avete con voi), quindi 4) Portare sempre con sé zucchero in bustine o avere sempre in casa zucchero magari di quello a rapido scioglimento in acqua, anche se di solito non cucinate dolci né per lui né per voi perché siete a dieta…. Portatelo con voi anche se il vostro caro ne ha in tasca, potrebbe non essere abbastanza lucido da indicarvi dove le ha messe e voi non dovrete perquisirlo innervosendovi. 5) A chi vi osserva con sospetto se siete in pubblico (la diffidenza della gente che non ha mai visto un diabetico in crisi È grande, magari vi guardano male perché pensano a problemi di droga o di alcolismo), fare presente che la persona ha ‘un calo di zuccheri’: questo fornisce una ragione ‘rassicurante’ per i sospettosi. Inoltre, tenete presente che ci sono molti diabetici in giro e che potreste trovare un aiuto ‘esperto’ perché qualcuno potrebbe dirvi: ‘..è diabetico? anche mio fratello/cugina/un amico lo è’. 6) cercare come prima cosa di far sedere il nostro diabetico in modo che non possa cadere o farsi male. 7) Dopo aver messo tranquilla la persona, ricordarsi che abbiamo tutto il tempo di preparare un bicchiere d’acqua con una bustina – una bustina e mezzo di zucchero. Non esagerate con la quantità per evitare contraccolpi di iperglicemia successiva. Meglio sciogliere lo zucchero perché viene assimilato prima rispetto all’introduzione dello zucchero in bocca. Inoltre evitate così che vada di traverso. In genere rimane sempre un pò di lucidità per far bere il nostro caro. 8) La crisi non passa all’istante, occorre una ventina di minuti se l’abbassamento di glicemia ha provocato una perdita di coscienza. 9) Se non riuscite a far bere l’acqua e zucchero, l’unica È una iniezione sottocutanea di Glucagone, che è l’ormone antagonista dell’insulina, e che permette la mobilizzazione delle riserve interne di zuccheri, e quindi di superare la momentanea incoscienza. Poi in questo caso È meglio consultare un medico. Quindi, e soprattutto se siete in viaggio, tenetene sempre una siringa con voi. 10) Mentre lo zucchero…fa il suo corso, state tranquilli voi e coprite la persona con una coperta, anche se È estate: in genere la sudorazione copiosa fa lamentare di sentir freddo. Queste sono le mie esperienze, che non pretendono di avere valore universale. Solo di rendervi noto che non esiste niente di troppo difficile da affrontare. Paradossalmente, È più difficile affrontare una iperglicemia, la necessità di rivedere lo schema insulinico, la necessità di controllo controllo e ancora controllo dei valori glicemici e della dieta. Altro consiglio È di sostenere il vostro caro psicologicamente, evitando di farlo sentire in colpa con frasi del tipo ‘non ti sei controllato abbastanza’, ‘non hai calcolato bene le unità di insulina’, ecc. Non scaricate la vostra ansia su di lui/lei anzi fatevi forza per il fatto che siete riusciti ad aiutarlo/a con successo. Non c’È nessuno che con un po’ di lucidità non possa aiutare un diabetico, anche se non è un medico o un infermiere. (Sandra)