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Il diabete: un fatto che ho imparato tardi nella vita è l’importanza di star bene con se stessi e con glia ltri per poi vivere in positivo le giornate e arricchirsi attraverso lo scambio di esperienze di nuovi stimoli ed energia per crescere ed andare avanti. L’esperienza che sto ricavando da Facebook ed in particolare dal gruppo da me fondato assieme a Mary Angel: I giovani diabetici all’isola felice dei dolcissimi; mette in risalto la vitalità con cui si vive appieno la condizione diabetica. Oggi questo gruppo vede presenti più di 300 persone, ma non è la quantità, non cercata, il fattore di interesse, bensì il dato di fare squadra e costruire un progetto di sviluppo consapevole con il diabete.

All’interno del ragionamento riporto una mia nota pubblicata tempo addietro su face book e sempre attuale: L’argomento postato da Mary Angel pone l’attenzione su una questione molto seria che io chiamo: il diabete come alibi. Ovvero l’impiego della condizione diabetica per suscitare pietismo, commiserazione o semplicemente come pretesto per ottenere qualcosa. Di situazioni così rappresentate ne ho incontrate durante gli anni e in proposito ho le idee ben chiare: se una persona ha dei problemi di personalità, di socializzazione, di vita con gli altri, il diabete non c’entra nulla. Questa è la mia opinione che desideravo condividere.