Domenica scorsa nell’inserto del quotidiano: Corriere della Sera era pubblicato l’ennesimo articolo sulla telemedicina e diabete, ovvero la trasmissione dei dati della glicemia via rete al struttura sanitaria di diabetologia, quindi con un riversamento delle informazione con conseguente lettura e valutazione da parte del medico.
Le tecnologie offerte in questo campo sono effettivamente ma ancora oggi con mano non ho avuto modo di toccare nulla di effettivo: dove sta il problema? La risposta è molto semplice: il punto critico nel realizzare un sistema di questo genere risiede prevalentemente nella servizio sanitario nazionale e regionale.
Non basta dire: mettiamo un telefono, un programma per computer che carica i dati della glicemia e il medico può già fare le sue valutazioni; uno schema così fatto sarebbe oltreché banale ingestibile.
Per fare telemedicina con il diabete ci vuole un sistema informativo in grado di ricevere, smistare, ricercare e archiviare i dati; permettere a diabetico e diabetologo di avere un impiego semplice e immediato di tutta la tecnologia. Al momento mi sembra che si fanno delle sperimentazioni ma ancora nulla di sistemico e organico.