Ieri ho incontrato la diabetologa, il rappresentante della Medtronic (l’azienda produttrice del microinfusore che indosso) ed il mio compagno diabetico con cui ci accomuna l’esperienza di iniziazione all’utilizzo dello stesso aggeggio con il sensore glicemico. L’incontro era convocato per mettere in luce gli eventuali problemi insorti sia con l’impiego dell’infusore che derivanti dall’utilizzo del sensore, nonché per altre osservazioni nel merito della vita a sei mesi dall’avvio del cammino diabetico con questa strumentazione. Io mi ero preparato un listino dei punti di osservazioni su cui avere risposta: il primo e più importante quante volte fare la calibrazione del sensore con il glucometro in un giorno, due o più? Ho constatato che con due la divaricazione tra i risultati dei due strumenti si riduce al minimo, mentre con più calibrazioni il sensore aumenta lo scarto. La seconda osservazione riguarda il cerotto per tenere fissato il trasmettitore del sensore che con il caldo e la sudorazione dopo un giorno si stacca. La terza e ultima considerazione riguarda la fornitura del materiale: rispetto alla richiesta fatta dal medico diabetologo mancavano le batterie tipo AAA per l’apparecchio, i cerotti per il sensore e chiave usb per il trasferimento dati dal microinfusore al PC per l’immissione dei dati nel network Carelink. Infine l’occasione è stata buona per restituire il microinfusore impiegato nella fase di test con il relativo manualone. L’incontro durato un’ora è stato abbastanza chiarificatore, nello specifico: ho avuto la conferma che la scelta ottimale sta nel calibrare il sensore due volte al dì, e per il cerotto la soluzione artigianale suggerita è di piazzarne due al posto di un per garantire la presa. Infine rispetto alle carenze nella fornitura è risultato che la chiavetta USB non la passa l’ASL ed invece per le batterie ed i ceretto vi è stata una mancata fornitura che debbo farmi rivalere la prossima volta: quindi occhio nel farsi dare il materiale ad ogni occasione!