Ancora qui a poter dire oggi ci sono: domani, sabato, ricorre formalmente il quarantaseiesimo anno di vita con il diabete. Ora c’è poco da raccontare ed esaltare di questa data se non per un fatto: a dispetto di ciò che dicevano ai miei genitori durante l’infanzia i medici del tempo, ovvero che sarei vissuto poco tempo, oggi sono ancora qui a raccontarla e menarla. Le cose della vita possono cambiare: sono sempre con il diabete, ma grazie al microinfusore vivo un secondo rinascimento e questo mi rende contento.
Il fatto al momento che mi importa di più è di vivere ancora per un po’ i miei giorni in condizioni decenti e potendo trascorrerli senza dover impazzire nel governare la glicemia ed i malesseri vari. Io non credo all’utopia della salute e longevità programmata: si potrà allungare il brodo esistenziale a lungo ma ogni segmento a un capo e una coda, l’importante è affrontare il cammino lungo il il percorso con dignità e pienezza delle facoltà intellettive, motorie; poter amare e dare senza se senza ma; questo sarebbe il più bel regalo che vorrei ricevere in questo giorno, il resto non conta