Lo so mi rendo conto di decantare troppo le qualità del sistema integrato microinfusore più sensore glicemico nella vita con il diabete, ma in realtà non è cosi poiché nei precedenti post presenti nel blog ho fatto una critica e una disamina degli aspetti positivi e problematici di tutta la strumentazione, come delle mie stesse capacità e incapacità con tutta la tecnologia. La cosa oggi che desidero mettere in evidenza, frutto nell’applicazione dell’Holter le ultime due volte, riguarda il raggiungimento da parte mia di un obiettivo auspicato, sperato fin dall’inizio: la riduzione dei conntrolli glicemici con prelievo del sangue capillare dal polpastrello.
L’affidabilità di risultato del sensore glicemico si è regolarizzata in modo ottimale, così queste due ultime occasioni cui l’ho impiantato, il controllo della glicemia con le strisce e glucometro è stato fatto solo due volte al giorno, ovvero nel momento cui dovevo calibrare i valori tra Holter e reflettometro. Durante l’impiego dello strumento, sei giorni, ho praticamente dimezzato i buchi nei polpastrelli e fatto respirare un poco i medesimi dopo 46 anni di fachiraggio localizzato
Solo gli addetti ai lavori possono capire come un piccolo risultato appare a volte grande: poter leggere sul display del micro il risultato della glicemia e fare di conseguenza il bolo , senza buchetti sulla punta della dita e sbalzi ipeglicemici da sforamento alimentare; una conquista, un passo avanti che me lo godo. A testimonianza di come è importante non abbassare lo sguardo se non per stare attenti a dove mettiamo i piedi.