Tranquilli non è un articolo a luci rosse ma oggi desidero evidenziare i primi risultati positivi circa il ritrovamento del “punto giusto”, ovvero dove mettere la cannula del microinfusore e il sensore glicemico. La questione può sembrare banale, ma non lo è e spiego il perché: tenere allacciato sotto pelle per tre giorni una cannula, seppur in teflon, senza fastidi, bruciori e o problemi dovuti a piccole emorragie da rottura dei vasi sanguigni, non è impresa scontata e facile per esperienza personale.
La zona preferita d’innesto e l’addome, poi ho provato a impiegare altre aree diverse per cercare di non far indurire troppo la pelle e impedire l’insorgere d’irritazioni epidermiche: sono passato all’innesto nei glutei, ma dopo due tentativi il microinfusore segnalava occlusioni con conseguenti svarioni glicemici, quindi ho abbandonato il punto. Il punto successivo era la coscia, prima sul lato esterno, ma cui ho avuto diverse occlusioni della cannula; poi sono passato al lato interno, e in un primo momento la zona sembrava dare buone risposte di tollerabilità sia fisica sia glicemica, ma successivamente pure qui ho subito diverse rotture di vene e capillari con conseguenti perdite, così da tornare all’addome.
Oggi ho finalmente trovato il posto giusto dove inserire sia la cannula del microinfusore sia quella del sensore: i fianchi; questa parte del mio corpo non da alcun problema, anzi avere attaccato tutta la strumentazione diventa quasi impercettibile. Un altro dato positivo, per me, è mettendo la cannula ai fianchi non devo depilarmi: non male J. La prossima e ultima frontiera dell’innesto sarà rappresentata dall’utilizzo del braccio.
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