L’ipoglicemia per un diabetico è una delle manifestazioni più pericolose della malattia e va evitata e contrastata tenendosi sotto controllo e cercando, laddove è possibile, di avvertire i segnali premonitori. Gli effetti di un calo degli zuccheri impattano su tutto il sistema nervoso e hanno una direzione maggiormente amplificata sul cervello, e questo in particolare accade per un diabete con frequenti e ricorrenti ipoglicemie.
Il cervello organizza le difese contro l’ipoglicemia, ma è anche un bersaglio principale del danno da ipo grave e ripetuta. Il cervello è in grado di adattarsi a danno rapido o di lungo termine. Il cervello è molto eterogeneo nei suoi fabbisogni di glucosio. Questo è un fattore, ma non l’unico, che crea sensibilità per i danni cerebrali da ipoglicemia. Le aree del cervello con il maggiore consumo di glucosio, sono certe regioni corticali, l’ippocampo e le regioni sottocorticali, relè sensoriale; sono stati individuate per essere particolarmente ipersensibili al danno da ipoglicemia, mentre il cervelletto è più resistente. Recenti studi aggornati grazie alle tecniche di imaging (risonanza magnetica dell’encefalo) e migliori osservazioni sottolineano come anche gli interneuroni sono obiettivo di danno ipoglicemia a causa del loro alto tasso metabolico.
Ecco è ancora una volta importante cercare di evitare una ipoglicemia, come ancor di più per il diabete non assumere superalcolici e sostanze psicotrope o stupefacenti che, assunte, portano danni cerebrali alla lunga grazie al loro grave effetto ipoglicemizzante e non solo.