E mentre procede il conto alla rovescia che ci porta alla fine di quest’anno fatto di feste e consumi alimentari amplificati nelle loro quantità e negli apporti calorici, anche le settimane sono sempre l’occasione buona per fare un bilancio di come il diabete si è comportato e quali effetti ha prodotto nella mia salute quotidiana, senza togliere gli altri aspetti che attorniano il vivere di tutti i giorni, altrimenti sarebbe solo un parlarsi addosso della glicemia e dintorni.
Bene dico subito che la media settimanale dei valori glicemici non è migliorata rispetto alla precedente volta: il dato è pari a 185 mg/dl. Come mai? Ritengo che a rendere peggiorata la mia situazione sia stata la condizione di sofferenza subita per via del ritorno infiammatorio dell’artrite reumatoide che mi ha costretto a casa dal lavoro per tre giorni consecutivi. La condizione di malattia e sofferenza non ha giovato a tenere il diabete in equilibrio e questo è un fatto da tenere in considerazione. La presenza di una malattia, di uno stato infiammatorio nell’organismo è foriera di alterazioni nei valori della glicemia e come ci si deve comportare in condizioni simili?
Le cose da fare sono poche e semplici azioni valide nella maggioranza delle situazioni di malattia e stati febbrili, infiammatori. In primo luogo informare il proprio medico di quanto succede e chiedere consulto, assistenza al riguardo. Poi aumentare i controlli della glicemia per avere il quadro delle fluttuazioni della stessa in rapporto ai sintomi in corso (senza esagerare fare un monitoraggio prima dei pasti come d’abitudine e due ore dopo aver finito di alimentarvi). Prendere le medicine indicate dal vostro medico per curare la malattia in atto, conservare una dieta leggera ricca di fibre, verdura, frutta e liquidi così da non caricare troppo la glicemia e favorire la diuresi (questo alla presenza di febbre e sindromi influenzali).
Ometto di parlare dei dosaggi d’insulina sia con penna, siringa che per microinfusore poiché la materia è molto delicata e va gestita, affrontata assieme al medico diabetologo, ma è importante sapere come in questi casi vengono solitamente a saltare gli schemi tradizionali d’iniezione proprio perché il processo infiammatorio e/o infettivo richiede momenti specifici di terapia da intraprendere.