Uscito dalle peripezie influenzali oggi finalmente mi sono recato alla prima visita del 2011 presso il centro di diabetologia (in realtà doveva essere l’ultima dell’anno 2010). L’appuntamento avviene a distanza di cinque mesi dal precedente: segno del buon procedere con il diabete e la tendenza è confermata ancora una volta dagli referti degli esami di laboratorio fatti per l’occasione. Una cosa positiva di questi controlli, rispetto al passato, è costituita dall’eliminazione, per me, dell’essere a digiuno prima della glicemia. Oggi arrivo dopo aver fatto colazione e quindi la parte più tortuosa è costituita dall’attesa, anticamera prima del mio turno di visita. Solitamente l’intervallo di tempo dura due ore, e in questa occasione è andata molto meglio: un’ora, forse erano a casa tutti con l’influenza?. Il tempo infausto mi ha fatto soggiornare nel corridoio del centro sanitario passato a gingillarmi con il telefonino, leggere il giornale e ascoltare un poco le facezie degli astanti: un poco a corto d’argomenti per l’occasione.
Poi finalmente giunge l’ora X e vengo accolto dal medico per lo scopo della giornata: la visita. Alla luce degli esami fatti e dei controlli compiuti su loro richiesta, compresa la visita oculistica, lo specialista ha confermato l’ottimo stato del diabete e lo schema terapeutico di somministrazione dell’insulina. Il lato che resta da seguire con particolare attenzione riguarda la funzione renale, in leggera sofferenza a causa di un’ipertensione arteriosa non bene controllata per via farmacologica. Il medico ha prescritto gli rsami di laboratorio consuenti, come l’emoglobina glicata e microalbuminuria ad esempio, da portare possibilmente alla prossima visita di controllo prevista tra sei mesi.
E così fatta anche questa visita posso aprire l’anno in positivo con tanto di timbro e bollo ufficiale sanitario. Altre valutazioni da aggiungere? Un’ultima sì: quando ripercorre gli stessi posti passati e ripassati per più di quarant’anni, e per molti aspetti uguali identici alla mia infanzia, vedo tutto con gli occhi del presente e dico che si può sempre migliorare.