Il percorso di vita con il microinfusore non solo mi ha fatto migliorare alla grande la mia condizione con il diabete ma lungo la strada, raccogliendo pezzo a pezzo le giornate vissute a capire come far rendere al meglio lo strumento, allo scopo di mantenere ottimale il compenso glicemico, ho capito una funzione fondamentale offerta dall’apparecchio: il bolo basale; ovvero la quantità d’insulina erogata continuamente nell’arco delle ventiquattro ore.
Ma ancor più importante, di fronte a tendenze glicemiche alterate verso il basso o l’altro (vedi ipoglicemia e iperglicemia), ho capito essere non solo il bolo correttivo ma la combinazione di questo con il bolo basale temporaneo. Faccio un esempio pratico: alle ore 16 del pomeriggio dopo un’ipoglicemia vedo il valore dello zucchero nel sangue cominciare a salire con una reazione iperglicemica. Il valore è 236 mg/dl. Cosa faccio in quel mentre? Prima cosa eseguo un bolo correttivo rapido di 0.5 unità, poi, anziché andare a manipolare il dosaggio dello schema basale, programmo un bolo basale temporaneo per un paio d’ore (due unità all’ora), in questo modo la glicemia nella stragrande maggioranza delle volte torna alla normalità.
La scoperta da parte mia della funzione del bolo basale temporaneo, come arginatura degli sbalzi glicemici verso l’alto, è di pari importanza alla sospensione dell’erogazione dell’insulina in presenza di un’ipoglicemia. Come sono arrivato a questa conclusione? La cosa l’ho appresa col tempo per gestire un alimento come la pizza o pasti ricchi di carboidrati, così da scongiurare la perdita del controllo glicemico. Nella prima situazione oltre a fare una bolo a onda doppia di 10 unità per un’ora, al termine della sua azione facevo un bolo basale temporanei di 2 unita all’ora per tre ore, e in questo modo la glicemia restava perfetta. Esperienza insegna, se si vuole capire.