La settimana passata il mio microinfusore è stato orfano del sensore glicemico dopo dodici giorni consecutivi di compagnia, e debbo dire che la differenza si nota perché l’Holter nella solitudine del tempo e scorrere delle giornate mi fa compagnia e indica la via. Non ho mai investito in borsa valori e manco sono informato in materia, ma quando ho addosso il sensore glicemico guardo spesso e volentieri il grafico con le oscillazioni della glicemia e i bip che emette per dirmi se vado o meno in ipoglicemia oppure il valore dello zucchero nel sangue schizza verso l’alto.

Eh sì proprio una buona compagnia, peccato solo per la durata condizionata dalla ricarica della batteria e il limite temporale dei sei giorni. Il sensore mi ha aiutato ancor di più a ragionare e decidere sul da farsi quotidiano con il diabete, e l’esame delle informazioni scopro come aiuta a farmi stare meglio, a progredire con la patologia diabetica e contestualmente conoscere me stesso.

Con il sensore c’è una marcia in più, e il punto di forza è presente nel lato fisico della vita: muoversi, fare sport, lavorare e mangiare avendo sotto controllo costantemente la glicemia rappresenta un salto di qualità importante rispetto al passato, anche se addosso mi sento un tantino “bionico”.

L’impiego dello strumento, nel contesto attuale, alleggerisce il mio fardello tensivo e di stress, così da poter respirare e concentrarmi su altri problemi: in questo frangente della mia vita ne ho proprio bisogno, il decorso della vita fa in modo che da badato divento badante (di mio padre) quindi il tutor elettronico oggi come oggi è quanto mai indispensabile.
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Ciao Pizza Blue Monday 15 gennaio Giornata mondiale della Neve