Le azioni quotidiane intraprese per vivere sono sempre le solite: dormire, svolgere un’attività, nutrirsi; all’interno di queste tre fasi si sfogliano i momenti buoni per comprendere i lati critici e positivi della vita e aggiustare il tiro verso l’obiettivo di una resa migliore per l’equilibrio della salute fisica e mentale. Il primo degli aspetti del trittico vitale che desidero affrontare oggi riguarda il dormire.
Il momento del riposo esercita un ruolo chiave per la tenuta e la longevità dell’organismo umano. Scorrendo gli articoli e contributi letterari circolanti, mentre scrivo, sul diabete l’argomento principe è sempre centrato sull’attività fisica, lo sport, l’esercizio aerobico e via di questo genere. Nessuno mai ha posto l’attenzione sulla centralità di un buon riposo, di un sonno adeguato e ristoratore come azione integrata antistress e coadiuvante per il buon compenso glicemico. Invece dormire bene è il punto di partenza per riuscire a far bene da svegli: sia perché i riflessi sono tonici e l’attenzione solitamente è adeguata, e la tensione pressoria è meno elevata.
Passando dai massimi sistemi a me stesso, ho notato nel corso degli anni come dalla lettura dei dati della glicemia appare chiara un rialzo dei valori in presenza di condizioni a riposo scarse o disturbate, mentre al contrario quando dormo bene solitamente i medesimi risultati appaiono buoni.
Le considerazioni sono soggettive ed ognuno dovrebbe osservare quale ricaduta ha lo scarso o adeguato riposo sulla curva glicemica, in quanto ci sono persone che senz’altro con poche ore di sonno riescono a vivere bene e stare in salute. Una elemento confermato dai ricercatori di svariati atenei universitari riguarda, ad esempio, come lo scarso o interrotto riposo porta, tra le altre cose, ad incrementare le patologie cardiovascolari e l’obesità. I fattori di disturbo del riposo sono tantissimi e con l’evoluzione architettonica e tecnologica le insidie e minacce sono vorticosamente aumentate anziché diminuite. Basta pensare all’inadeguata insonorizzazione dei manufatti abitativi, all’inquinamento acustico elevato provocato dai motori, dal traffico, dagli elettrodomestici, tv e computer in prima linea. Insomma c’è da che riflettere sì ma non da flettere anche perché di isole deserte accettabili oramai non ce ne sono più.
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