Cosa fa la differenza nella vita con il diabete mellito 1 ad esordio infantile e giovanile? Quali sono i fattori che contribuiscono a dare un salto di qualità per l’iniziato al diabete? La mia personale esperienza e l’osservazione della vita mi ha reso chiara una serie di elementi. Il primo è costituito dalla famiglia come aggregato di buona solidità morale e sodalizio reale, nonché con un buon livello d’appartenenza sociale e di formazione scolastica e informativa, al cospetto di un nucleo familiare debole e privo di una educazione base e notizie, le due rappresentazioni sono, oltre al divario sociale in sé, anche un differenza enorme rispetto alla presa di coscienza della condizione diabetica ed ai passi necessari per affrontarla e gestirla nel quotidiano. Allora è chiaro che la prima situazione è vincente nella stragrande maggioranza dei casi rispetto alla seconda.
Io provengo da una famiglia di modesta estrazione sociale e priva per l’epoca, correva l’anno 1964, delle informazioni necessarie per affrontare in modo decente un bimbo con il diabete, e allora per saperne di più la cosa che si poteva fare era arrangiarsi attraverso il passa parola e oppure indicazioni approssimative . Mentre allo stesso tempo famiglie di livello sociale più elevato e più informate, acculturate riuscivano a far crescere la propria prole con senza troppi problemi e facendogli avere un’ottimale cura di sé con il diabete, senza limiti particolari o peggio ancora paure al cospetto della malattia.
Ognuno nella vita agisce pensando di fare le cose giuste e non salgo in cattedra per impartire lezioni a nessuno; ma se per un momento ci si ferma a capire la situazione, cercare di non fare da soli, e quindi organizzarsi, allora tutto andrà senz’altro per il meglio. Per fortuna oggi i luoghi di confronto e interscambio d’esperienze, divulgazione, sono tanti anche per coloro che hanno difficoltà di approccio al diabete.