Le vacanze appena terminate mi hanno fatto percorrere un totale di chilometri superiore ai venti, e debbo dire che la condizione del mio diabete ne ha giovato, come già rimarcato ieri. Affrontare i sentieri di montagna aiuta notevolmente a far abbassare i livelli degli zuccheri presenti nel sangue anche percorrendo poche centinaia di metri in salita noto un bel miglioramento. Domenica scorsa lungo il cammino ripido di salita tra Molveno e Andalo avevo 75 mg/dl nonostante che avessi fatto un abbondante colazione con due brioche dolci, latte e succo dolce d’ananas; così lungo il sentiero di tre chilometri ho assunto tre bustine di zucchero e abbondante acqua per permettere alla glicemia di stabilizzarsi attorno ai 105 mg/dl.
D’altronde non ci vuole molto per arrivarci a queste conclusioni: un fisico normale consuma, brucia calorie e zuccheri, un diabetico semplicemente non riesce con il proprio organismo a tenere stabile la glicemia in modo normale. Una regola comune a diabetici e no riguarda l’approccio con l’esercizio fisico. Mai partire in tromba se un minimo di preparazione preliminare. Io nei giorni scorsi ho fatto sentieri facili, ma nei primi momenti ho capito che il fiato faceva fatica ad affrontare le salite, poi col passare del tempo il corpo si è adeguato.
Alla fine dell’esperienza resta in me la consapevolezza di poter ancora affrontare il cammino e immergermi nella natura, respirare l’ossigeno e contemplare il paesaggio aiuta la mente a rilassarsi, così riprendendo tonicità d’insieme e aiutando il diabete a stare meglio. Peccato che l’incantesimo duri poco, e dopo qualche giorno la realtà torna con tutta la sua prepotenza a richiamarti all’ordine e riprendere la consueta vita e le abitudine, buone o cattive, che stancamente si ripetono sempre.