Scrivere con il caldo e l’umidità è sempre più impresa improba: i polpastrelli s’attaccano ai tasti ma nonostante tutto la mia eroica tenacia prosegua e proprio di alcuni aspetti legati alle elevate temperature estive e diabete desidero affrontare in questo messaggio.
Il primo passaggio delicato riguarda l’insulina che di norma non dovrebbe restare esposta a livelli elevati di calore onde evitare la cristallizzazione e conseguente perdita d’efficacia del farmaco. I diabetici che usano la penna basta che conservino lo strumento in custodie protettive sotto il profilo termico, e in circolazione ve ne sono tante. Il discorso per i portatori di microinfusore è diverso: l’accorgimento da me adottato in questa fase di clima torrido comporta il cambio del kit d’infusione e serbatoio d’insulina ogni due giorni anziché tre come nel resto dell’anno per cercare di mantenere ottimale l’ormone.
Il caldo favorisce da un lato l’equilibrio glicemico, ma per non sciupare l’idilliaco momento è importante cercare di conservare altresì una buona armonia emotiva e mentale. Proprio l’altra notte a tal guisa nella piazza sottostante un commando di dodici fancazzisti sono rimasti fino alle quattro del mattino a cazzeggiare rumorosamente e fare esibizionismi motoristici da Gran Premio di Formula Uno. Or bene tale brutale interruzione del sonno ha comportato per il mio fisico un’alterazione dei valori glicemici oscillante tra 245 e 287 mg/dl, a riprova, purtroppo, dell’effetto negativo determinato dallo stress sulla glicemia; e stessa cosa valeva per la pressione arteriosa con un dato pari a 170.
Caldo il clima, caldi gli animi e quindi rinfreschiamo lo spirito?