Dove lo faccio il pungimento per controllare la glicemia? Una domanda riccorrente un tempo per un diabetico e la risposta era comunemente una sola: nel polpastrello delle dita della mano, almeno questo è sempre stato lo standard metodologico di riferimento indicato ai diabetici. Poi col passare degli anni e le variazioni nelle strumentazioni alcune cose son cambiate. I nuovi glucometri richiedono un quantitativo di sangue capillare minimo per fornire l’esito della glicemia ed i pungidito hanno un accessorio in dotazione che consente di bucare e raccogliere il plasma negli avambracci a mo d’esempio.
Come per le iniezioni d’insulina l’azione importante da compiere sempre è di ruotare i punti d’impatto, variare le posizioni per non creare durezze e callosità nella superficie epidermica così da rendere il prelievo più semplice e meno fastidioso.
Nell’arco dei miei anni di vita con il diabete ho effettuato il prelievo del sangue per l’autocontrollo della glicemia in punti diversi dalle dita delle mani. Le sedi alternative per me migliori sono state i lobi delle orecchie, sia per la quantità di sangue fornito che per la mancanza di fastidi particolare. Dove invece non mi sono trovato bene è stato nel tentativo di utilizzare gli avambracci per il medesimo scopo. L’ultimo lato del corpo impiegato sono stati i polpastrelli delle dita dei piedi: mentre con l’alluce non ho riscontrato difficoltà con le altre falangi il dolore si è fatto sentire e di conseguenza ho abbandonato la piattaforma, inoltre l’utilizzo di questa parte del corpo richiede una grande attenzione per la sua asepsi, disinfezione attenta onde evitare di incorrere in infezioni. Comunque da quando sono stato colpito dall’artrite reumatoide i piedi li lascio in pace completa. Precisazione finale: quanto raccontato è un percorso esclusivamente personale quindi non sono accetti imitatori.
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