Mentre la crisi economica più grave dai tempi della rivoluzione industriale e dal 1929 sta dilaniando la nostra economia, il sistema capitalistico e tutte le famiglie del nostro paese, mi chiedo come si fa a chiedere alle persone malate di stare bene se poi già non stanno bene e le condizioni di cura e assistenza saranno sempre più destinate a peggiorare? E mentre la mia domanda resta appesa alla parete imbiancata di casa, davanti allo specchio della camera da letto stavo a cambiarmi il set d’infusione del microinfusore e impiantavo il sensore glicemico, così ala visione dei fianchi noto sempre più presenti le tracce dei precedenti innesti, e così nel ripetere l’operazione ho un altro quesito da porre: col passare del tempo dove mi farò i buchi e ce riuscirò a compiere i movimenti necessari per farlo?
La domanda lo so fa sorridere ma investe tutti noi diabetici, sia che facciamo la puntura con la penna che mediante l’impiego del microinfusore: ovvero con il passare del tempo e degli anni eseguire le torsioni del busto per fare iniezioni e quant’altro può diventare un problema. Io ce la faccio ancora bene, ma capita alcune volte di sentire come una tensione e un blocco a livello muscolare, così spero sempre in un futuro prossimo che la tecnologia biomedicale venga incontro al diabetico per eliminare problemi e ostacoli possibili nell’espletare le semplici pratiche quotidiane nell’iniezione.
I congegni alternativi per coadiuvare nell’iniezione quotidiana il diabetico sono, ad esempio, i dispositivi automatici e gli iniettori a getto. Nel primo caso lo strumento ha una sua utilità per nascondere l’ago in chi è ne ha paura e anche nella seconda situazione, l’iniezione a pistola serve per superare la fobia e aiuta ad essere meno vincolati nel movimento per individuare il punto d’impatto, ma ci può essere una difficoltà nell’esatta individuazione della quantità d’insulina iniettata e inoltre la elevata pressione intradermica arriva a provocare piccoli ematomi sulla pelle.
Allora in conclusione non mi resta che fare il tifo perché dai laboratori della ricerca escano nuove soluzioni migliorative e di basso costo da impiegare nella pratica quotidiana della puntura per noi diabetici.
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