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Quel cordone ombelicale artificiale che lega l’essere umano diabetico all’equilibrio salutistico e gli permette di conservare al meglio il compenso glicemico ha varie lunghezze, il mio è lungo 60 cm ma ve ne sono anche di più estesi, l’importante che non sia d’intralcio o si raggomitoli come una matassa inestricabile: per essere chiaro stavo descrivendo il tubicino o catetere del microinfusore. E prendendo spunto dalle contorsioni della cannula oggi voglio affrontare un argomento posto di rado in questo blog: la vita sessuale con il diabete. Un diabetico non ha nulla di diverso da ogni altra persona non diabetica e con un salute normale, rispetto alla sfera sessuale, l’unico accorgimento preliminare, ma che vale poi per tutti, riguarda la prevenzione dall’insorgere di infezione da malattie trasmettibili per via sessuale laddove si pratichino rapporti promiscui.

La regola base del diabetico per vivere serenamente i rapporti sessuali è sempre la solita: tenere ben compensata e in equilibrio la glicemia, così da evitare di andare incontro a complicanze anche in questo lato della vita umana importante non solo per il piacere personale e di coppia ma anche per la fecondazione e riproduzione.

I rischi per gli organi genitali e di riproduzione che si possono presentare a un diabetico che per molto tempo, anni, presenta una glicemia e emoglobina glicata  a livelli elevati, sono a titolo d’esempio: disfunzione erettile, eiaculazione retrograda, sterilità, assenza di libido. Il differenziale nel riscontro di problemi in questo campo vede le donne messe in condizioni migliori rispetto agli uomini: le prime per ragioni di ciclo e fisiologiche si sottopongono con cadenza più o meno periodica a visite mediche di controllo a differenza degli uomini che nella stragrande maggioranza dei casi non lo fanno, e quando ci pensano avviene in modo tardivo.

C’è poi un altro problema che può investire alcuni diabetici, e si impatta con la sfera emotiva più intima e profonda: riguarda una sorta di auto castrazione mentale originata in parte dall’influenza esercitata dai genitori nello sviluppo dell’accettazione e stima di sé nella pubertà rispetto alla cosiddetta diversità originata dalla malattia; uno stato di cose simile finisce per assumere una barriera sempre più forte e spessa, col passare del tempo si rischia di non poterla abbattere, ed è il mio caso, anche se non il solo.

Traggo spunto dalla riflessione personale, e non solo, per evidenziare come ancor di più è importante non restare chiusi in noi stessi ma creare un canale di condivisione e dialogo con amici e persone fidate, perché è di fondamentale importanza uscire da un forma autoflagellativa di autarchia esistenziale e mortificazione del proprio stato.

Nella vita sessuale il microinfusore non rappresenta un problema ed ogni diabetico, con o senza l’apparecchio, ha una reazione glicemica diversa d’altro: alcuni hanno una reazione ipoglicemica, altri iperglicemica, oppure mantengono i valori nella norma, tutto come sempre varia di volta in volta. Che fare allora per gestire la glicemia prima di un rapporto sessuale? La prima cosa, sempre, è controllare la glicemia e se questa a un valore inferiore a 100 mg/dl prendiamo magari una bustina o metà di zucchero, i caso di valore superiore a 250 mg/dl non fare supplementi d’insulina e ricontrollare dopo il rapporto il parametro e in quel caso effettuare una correzione.

Con il microinfusore il discorso cambia di un poco: alcuni preferiscono disconnetterlo durante la durata del rapporto e fino a tre ore di distacco non vi sono problemi, se invece lo teniamo allacciato è bene metterlo in sospensione fino al termine, poi riavviarlo. Mentre se abbiamo il sensore glicemico anch’esso impiantato lo manteniamo tale fino alla fine, salvo disconnettere la trasmissione dei dati al micro onde evitare che vada in allarme per avere perso il segnale; sono solo alcune esemplificazioni per aiutare a muoversi sotto questo aspetto della vita con il diabete e il rapporto di coppia, poi ciascuno lungo il cammino troverà la propria via migliore.
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