Sì lo so che leggendo i post quotidiani che pubblico l’idea comune a molti raffigurata dal racconto è di un bravo diabetico da premio per avere saputo tenere la vita con il diabete sempre in riga, controllata e liscia come l’olio. Non è vero. E per meglio essere preciso lo è negli ultimi dieci anni a questa parte, fin verso i 38 anni d’età ho infilato una serie di strade buie tra cui la peggiore in assoluto è stata il non essermi controllato, aver mai fatto visite per il diabete in un intervallo di tempo lungo ben 15 anni. Lo so non sono stato di certo il solo, altri ne ho incontrati lungo il tempo di vita che anno fatto lo stesso errore mio ma con conseguenze ben più devastanti: la perdita di un arto, la cecità, la dialisi, solo per citarne alcune. Io sono stato fortunato perché oltre a trascurare il diabete e fumare per tanti anni ho subito danni collaterali sì, ma tutto sommato non drammatici per la mia autonomia funzionale. Un altro passo comune a molti diabetici è rappresentato dal procrastinare, rinviare i passaggi di controllo e la scadenze legate alla malattia, un tempo invece quando i dati degli esami erano fatti “a mano” c’erano compari di patologia che falsificavano i risultati per no essere “sgridati” dal diabetologo; non so se il fenomeno è presente ancora oggi, può darsi. E’ anche vero che il clima umano cambia ed oggi i rapporti umani tra diabetico e medico non sono più da caserma, come un tempo.
La conclusione della mia predica quotidiana direte è la solita: stare in controllo, mantenere la glicemia compensata per non aggravare la malattia eccetera. No, ognuno è responsabile di se stesso verso gli altri, nel bene e nel male. La sa cosa che voglio dire da ex asino è la seguente: non prendiamo in giro gli altri perché nella realtà dei fatti danneggiamo noi stessi fino a rischiare di portare il livello del danno all’irreparabilità.
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