Allora nei giorni scorsi sono apparse le prime indiscrezioni circa le possibili misure al vaglio del Governo e sede di confronto con le regioni per ridurre la spesa sanitaria. Tra le ipotesi ci sarebbe anche l’introduzione del ticket per i presidi di controllo dei diabetici, pannoloni e altri ausili socio-sanitari. Al momento non possiedo altre notizie ma un fatto è chiaro: già da mesi, a macchia di leopardo, emergono disparità di erogazione in questo genere di servizio da regione a regione, da AUSL a AUSL, e ripercorrendo i mie articoli presenti nel blog si possono leggere vari momenti e testimonianze circa le difformità evidenziate. Comunque nei prossimi giorni ne sapremo di più. A mio avviso occorre fare un ragionamento e delle scelte che da un lato non mettano a repentaglio la salute e qualità di vita dei diabetici, di tutti i malati cronici nel loro insieme e dall’altro campo stabilire dei canoni univoci nel settore. Nell’ormai lontano 1978 venne varata la legge di riforma della sanità pubblica con cui, a partire dal 1980, venivano chiuse le mutue sanitarie e assistenziali suddivise per categorie professionali e delegate alle regioni tutte le competenze in tale materia. Oggi a distanza di tempo si può senza ombra di dubbio affermare come l’assistenza sanitaria ha mantenuto la diseguaglianza di fondo cambiandone la conformazione: da ambito corporativo, lavorativo a quello geografico; a tutto ciò va ad assommarsi un altro aspetto di differenziazione come l’impiego sempre più preponderante di assicurazioni integrative private della Intramoenia o Extramoenia. Piano piano si sta sgretolando il servizio sanitario pubblico, a prescindere da diabete o altre patologie, non basta dire no a tutto questo, occorre fissare dei punti oltre i quali non si deve oltrepassare per un solo semplice motivo: non si può giocare sulla pelle delle persone, dei contribuenti.
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