Si muove dentro e agita il vento nuovo di primavera: acclamata parola nelle terre suddivise in quella porzione di terra tra l’artico e i tropici, si muove tra cieli nascosti dalla nebbia al sorgere del sole con lo sbattere di porte e finestre e il rincorrere panni stesi ad asciugare, spazzati via dallo scirocco all’imbrunire. Spenti i termosifoni si ripongono nelle cassapanche e negli armadi i vestiti e tutta l’altra consorteria accessoria all’inverno appena passato e guardiamo avanti con rinnovato ottimismo al principio della bella stagione che è e sarà.
In questi frangenti di tempo capisco meglio cosa significa distacco, una parola dalle molteplici sfaccettature e interpretazioni autentiche e falsate: nella visione positiva del pensiero e della pratica rappresenta il momento in cui si è al di sopra e si vede il tutto con obiettività. Ecco allora apparire nel suo agire la visione integra dei problemi e la loro soluzione, temporanea ma efficace, che avviene tramite un allontanamento o meglio dire sospensione di sé dall’intorno.
Ecco il mio approccio attuale e naturale alle sfide lanciate dalla vita e ancor più dal diabete, e per quanto riguarda quest’ultimo desidero fare un ripasso giusto per far capire meglio a chi legge il trapasso da una stato mentale, d’animo all’altro: vi fu un tempo, non tanto lontano a dire il vero ove al ritrovare sul display del glucometro un valore glicemico superiore a 250 e più rappresentava per me fonte d’ansia e agitazione, e nel stesso frangente in qui vedevo apparire il risultato avvertivo come una forma di pressione allo sterno e magone in gola. Allora cosa facevo? L’istinto mi portava a fare qualche unità in più d’insulina per cercare di abbassare i toni della glicemia, ma riflettendo col senno di poi vado ad accorgermi nella maturazione dei tempi come tutto finiva per tradursi nella classica allegoria del cane che si morde la coda: aumenta, aumenta e la glicemia non si accontenta.
Stare calmo fare l’insulina e capire l’insieme non l’attimo fuggente della tua vita con il diabete ecco qual è il punto di fondo da comprendere e mettere in pratica di conseguenza. Faccio tale e ripetuta osservazione poiché ancora oggi sento miei compari di viaggio nel treno D dire come non riescono ad abbassare la glicemia nonostante abbiamo raddoppiato il dosaggio di insulina rapida e basale. Errore banale e pericoloso poiché è innaturale sovraccaricare il corpo d’insulina (ormone) e finisce per risultare deleterio per la nostra salute, ancor di più se tutto questo viene fatto senza uno schema e dietro consulto medico, del diabetologo. Il punto di fondo e centrale di tutto l’assioma è dato da come viene distribuita l’insulina nell’arco della giornata come parte costante (la basale) e in supporto all’apporto di cibo (rapida). Se non abbiamo chiaro i fondamentali ogni intervento d’emergenza e tampone rischia di essere inutile o difficoltoso.
E per quel che mi riguarda la settimana lasciata alle spalle, dopo tanto tempo, ha visto un peggioramento sostanziale della media glicemica pari a 180 mg/dl, con due giornate consecutive di valori assestati tra 300 e 350 mg/dl, il tutto senza riuscire a capire da dove poteva scaturire una reazione iperglicemizzante di tale foggia. Che sia la primavera o le primavere?