Alcuni sostengono che nella fine c’è sempre un inizio mentre altri portano a dire come le vicende alterne portate avanti nell’arco del tempo servono a impedire di fatto il riformarsi delle stesse situazioni seppur mantenendo lo stesso comportamento inossidabile e costante ogni volta e giorno, con qualsiasi tempo e condizione. Opinioni diverse formano e danno vita sempre all’energia necessaria per cominciare e ricominciare giorno dopo giorno il cammino quotidiano che ci aspetta. Tempo addietro conobbi un uomo di quattro anni più grande di me d’età, il quale faceva una attività lavorativa sedentaria nell’arco della settimana senza integrare i momenti liberi con attività motorie, esercizio fisico o manifestazioni analoghe. L’unico spunto di attenzione era costituito dalla fisicamente normolineo e magro di peso, ma per il resto alcunché da sottolineare. Ah dimenticavo: parlo di un collega diabetico tipo 1 come ma a lunga percorrenza di vita con la malattia.
Nonostante una accidiosa conduzione di vita senza arte ne parte costui manteneva un rapporto sostanzialmente oscillante tra il decente e il buono con la glicemia: un bel risultato non c’è che dire! Ma come cavolo era possibile un fatto simile? Ricordo a tal proposito, come dato reale e condito anche di molta caratterizzazione popolare, di alcune persone conosciute grandi mangiatori e nonostante tutto e tutti riuscivano a non ingrassare e anzi delle due restavano e sono tutt’ora magri. Scherzi antropometrici di madre genetica e natura messe assieme.
Comunque in tutto il coacervo di situazioni resta sempre un mistero irrisolto ad oggi, e senz’altro domani verrà spiegato chiarito. Oggi come oggi sono altri oscuri della dinamica esistenziale diabetica (tipo 1) che restano aperti e su cui è interessante saperne di più per migliorare tutti gli aspetti di convivenza con la patologia. Il caso citato al principio ha un’altra connotazione singolare: mentre nell’arco della settimana, nonostante l’inerzia fisica, la glicemia andava sostanzialmente bene, o comunque anche con impennate verso l’alto le stesse rientravano nella normalità senza particolari problemi o resistenze, la stessa cosa non accadeva durante il fine settimana.
Era proprio tra sabato e domenica ove il soggetto di cui sopra vedeva la glicemia mantenersi all’interno di livelli medio – alti, con una sostanziale difficoltà a farla rientrare, curiosa faccenda non trovate? Quali sono i fattori determinanti tale reazione? Certo è singolare come proprio durante un fase tranquilla della settimana, senza particolari momenti di pressione, tensione, stress, bagordi e strapazzi alimentari si verifichino situazione marcate di scompenso glicemico.
Una volta scherzando con Rino Garulli, il protagonista della storia odierna, gli ebbi a dire: secondo me tu nella notte del weekend sogni gli elettrodomestici giacenti invenduti in magazzino (faceva il rappresentante) e inconsciamente ti fanno alzare lo spread glicemico. Chissà magari finisce per essere non una ipotesi ma una concreta realtà? Ai posteri l’ardua analisi.