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scacchiIn gioventù giocare a scacchi era la mia passione, anche se perdevo sempre, mi piacevano i pezzi del gioco e la sua filosofia nonché regole, ma restava un piccolo problema:  trovavo difficoltà a trovare qualcuno con cui fare una partita, all’epoca non c’era computer di sorta da sfidare e nella pratica dovevi fartela da solo un incontro: francamente la cosa non dava il massimo e così dopo alcuni tentativi mi arresi all’evidenza e della scacchiera feci senza.

Peccato che, essendo tardivo, arrivo sempre dopo a sapere le cose e gli scacchi  non solo  uno dei giochi più popolari al mondo: ma possono essere giocati in casa, nei circoli dedicati, via Internet o per corrispondenza, sia a livello ricreativo sia agonistico. Quindi allora anche senza internet avrei potuto osare, pertanto mai smettere di mollare la presa.

Il gioco degli scacchi è uno dei più complessi in assoluto: si stima che il numero di combinazioni legalmente ammesse dei 32 pezzi sulle 64 caselle della scacchiera sia compreso fra 1043 e 1050 e la dimensione dell’albero delle mosse è approssimativamente di 10123. Il numero di possibili diverse partite a scacchi è stimato essere circa 101050.

Ecco allora come ho trovato nella strategia degli scacchi un metodo, attraverso l’analisi delle mosse, per aiutare a gestire meglio il diabete.  Prendendo la scacchiera come le caselle di un diario glicemico ho preso la parte bianca come la glicemia abbinandogli un valore ad ogni pezzo e la stessa cosa l’ho fatta con i pezzi neri raffiguranti l’insulina, suddividendo i pezzi in unità.

Emulando il gioco delle mosse con le variazioni della glicemia in risposta ho ricavato le possibili unità di collegamento, e alla fine ricavato la somma delle medie finali si delle glicemie strutturate come delle unità complessive impostate.

E un po un casino da spiegare in parole semplici, in particolare per chi non conosce il gioco o non lo ama affatto, ma c’è un indubbio vantaggio comune: aiuta la mente attraverso l’allenamento didattico a fare prove e sviluppare scenari in modo vivace riducendo la parte noiosa del processo.

Vedete probabilmente dico una ovvietà ma giocare in modo produttivo e costruttivo ritengo non debba essere una cosa relegabile alla fascia infantile e adolescenziale della crescita umana, ma debba sempre costituire parte integrante di noi in ogni attimo della vita. Il gioco ci aiuta a crescere sempre e a mantenere viva la mente. Inoltre nl caso in specie fa bene anche al diabete, quindi potremmo benissimo condividerlo coi nostri figli perché farebbe bene ad entrambi.

Per concludere la settimana uscente si è conclusa con una media glicemica pari a 154 mg/dl, la costanza strutturale del buon compenso si mantiene ancora ferma e avanti a seguire.