Nei primi giorni di ottobre può accadere di trovare sepolti, accatastati tra loro diversi oggetti in un primo momento dati per dimenticati nella pioggia scivolata via dentro una latitudine che vede passare il tempo con il cambio delle stagioni: era solo una impressione, in realtà tutto è chiaro e vero, come il senso di stare bene o male si alternano tra le pieghe di diversi momenti apparenti tra loro e pure indefiniti quando ci sei dentro.
La dimensione del dolore è personale e imperscrutabile fisicamente: il più delle volte ti prende inaspettatamente senza lasciarti il tempo di poter far qualcosa per contrastarla, un poco come il vuoto che hai dentro: certi lo riempiono col cibo e le bevande ad esempio, eppure non basta mai a sentirsi colmi perché si e vuoti e basta, senza rimedio. Ecco in questo principio di autunno sento presentarsi le contraddizioni e gli intervalli di un passaggio temporale, dopo tanto tempo di stabilità con il diabete, la glicemia, torno a vivere un frangente di conflittualità fatto di valori alterati in modo significativo, con impennate anche oltre a 400 mg/dl e pure resistenti alle ripetute correzioni d’insulina. Tale contesto ha una ragione nel mio caso facile, purtroppo, da scovare: si tratta di una alterazione provocata da una poliatralgia frutto della riattivazione dell’artrite reumatoide.
E’ noto da tempo come i processi infiammatori contribuiscono a rendere il diabete instabile e pertanto in tale situazione l’unica prassi certa sta nel controllare regolarmente e con maggiore assiduità la glicemia, cercando di contenere gli estremi.
La contemporaneità nel mio sistema di due patologie autoimmuni: diabete tipo 1 e artrite reumatoide, comincia a dare i primi problemi degenerativi, tra questi un’iniziale atrofia muscolare neurogena. Il diabete per la sua lunga durata sta facendo emergere una neuropatia, seppur lieve, alle articolazioni e il processo erosivo, infiammatorio negli stessi punti provocato dall’artrite reumatoide contribuisce ancor più a minare il mio fisico, La speranza resta sempre legata a filo doppio con l’evoluzione della ricerca in campo scientifico e terapeutico, anche se i tempi di ricaduta pratica non sono certi e manco mai prevedibili; senza meno le generazioni future potranno godere dei frutti della cura, guarigione promessa. Spero almeno di non atrofizzarmi il cervello.
Facendo la sintesi, i primi giorni di ottobre si sono conclusi con una media glicemica pari a 220 mg/dl, e mentre la settimana va a cominciare non resta auspicare una riduzione del dolore e un miglioramento della condizione.