Default Featured Image

ipoglicemia I fondamentali per la vita sono sopravvivere, mangiare, dormire e riprodursi secondo le accezioni e la compliance prevista dal nuovo ordinamento mondiale: tutto il resto è facoltativo per crescere, evolversi e conoscere. Una facoltà, una possibilità, non un obbligo e imparare in senso articolato e progressivo nonché raffinare la propria conoscenza. Sia volenti o nolenti tutti impariamo sul campo della vita, se poi capiamo o riusciamo a darci un ruolo, una presenza nella tribù umana, nel clan o come viene più contemporaneo dire: all’interno della società, beh questo è tutta un’altra cosa.

Il bello della vita per chi ha il rigetto o rifiuto a voler imparare lo si ha al massimo della sua concentrazione se hai il diabete, poiché la patologia in questione si fonda proprio sulla capacità e consapevolezza legata all’autocontrollo e padronanza dei riferimenti necessari per mantenere in equilibrio la glicemia attraverso semplici o complesse fasi dell’assetto terapeutico con l’insulina e nell’intreccio con l’alimentazione e stile di vita, tutto sta roba necessità propriamente di una fase iniziale formativa e di educazione sanitaria per il diabetico e familiari, oltre a periodici momenti di aggiornamento.

L’ho ripetuto in diverse occasioni all’interno del blog ed è il mio lascito prima di concludere questa positiva e prolifica esperienza: educare il diabetico è strategico e vitale per preparare e prevenire e quindi ottenere importanti e positivi risultati nella cura.

Ma sono a chiedermi l’educazione offerta è sufficiente e completa? Pochi mesi fa i risultati del questionario proposto da questo sito facevano emergere una insufficiente risposta alla domanda di formazione nella gestione e trattamento della malattia, quindi il nodo resta stretto e occorre scioglierlo quanto prima, senza stare aspettare ulteriore pontificazioni e piano nazionali, regionali, provinciali, comunali e condominiali sul diabete: è una questione di volontà nel fare le cose e ne abbiamo necessità punto.

Poi ci sono degli aspetti rimasti scoperti da trattare per fare di un piano formativo, educativo qualcosa di fecondo e utile al diabetico e affini. Le settimane di educazione e preparazione al diabete vanno fatte rivolte non solo ai diabetici (tratto il lato adulto della fascia colpita dalla malattia tipo 1 e 2 curato con insulina) ma anche ai loro familiari, perché la nostra è una condizione che va vista a tutto tondo per le sue ricadute pratiche e sintomi specifici: vedi ipoglicemia, chetoacidosi e iperglicemia in primis.

E per restare proprio su questo ultimo versante ovvero l’interazione formativa per i familiari ritengo basilare e urgente predisporre un momento formativo “ad hoc” proprio per prepararli ad affrontare e saper gestire al meglio una crisi ipoglicemica: oggi molti compagni di vita, mariti, mogli non sanno che fare o fare le giuste azioni per recuperare un diabetico in stato ipoglicemico. Molti non sanno neppure dell’esistenza e impiego del Glucagone, o che fare determinate cose può addirittura compromettere la vita del soggetto colpito da ipoglicemia, ecco perché diventa prioritario attrezzare e fare momenti di preparazione e formazione dei familiari a vivere e trattare una diabetico in preda a una crisi ipoglicemica.