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Bologna Diabete 2013Il momento “made in Italy” della Giornata Mondiale del Diabete lo si è fatto sabato e domenica scorsi praticamente in tutta Italia, isole comprese, e nei comuni, piazze di piccole e grandi dimensioni. Come potrete vedere dalle immagini la mia parte di compartecipazione all’evento l’ho fatta a Bologna, dove finalmente si è tornati ad essere in pieno centro e con una grande presenza di cittadini per tutta la giornata di sabato, per controllare la glicemia e gli altri parametri oggetto di osservazione in modo da avere primi elementi indicativi dei fattori di rischio diabete 2 e approfondire successivamente la condizione con ulteriori analisi.

Altro momento particolare della Giornata lo si è avuto nel rispondere alle svariate domande circa la vita con il diabete, in particolare proprio lungo la fascia d’esordio giovanile ovvero il tipo 1, dove emerge con tanta chiarezza il bisogno di saperne di più e meglio. Come la richiesta da parte della gente di essere più presente con iniziative d’informazione e aggregazione sul territorio per il diabete e i diabetici.

Siccome la questione centrale, da qualche anno in qua, della Giornata Mondiale del Diabete è rappresentata sia dall’epidemia e crescita esponenziale dei casi diagnosticati del tipo 2 della patologia, nonché dell’aumento di pari livello della popolazione obesa fin in età pediatrica, desidero ricordare come il “fenomeno” è già noto e presente dalla fine degli anni 60 e allora denominato come “malattia sociale” già per la sua spalmatura diffusa in ogni angolo dei paesi industrializzati. Oggi la situazione è tale ed estesa a quasi ogni angolo del globo.

Poiché l’allarme generale è diffuso con regolarità periodica ogni giorno da media, autorità pubbliche e sanitarie, e non solo in occasione della giornata del diabete, viene da chiedere: ma tutta questa mobilitazione e impegno globale a me sembra un quasi totale fallimento. L’unico territorio che pare avere una leggera regressione del fenomeno sono gli Stati Uniti d’America, ma è da capire se il fatto e legato all’impegno specifico della moglie del Presidente Michelle Obama oppure proseguirà anche dopo.

La domanda richiede una risposta rapida in quanto una volta capito come la strategia è sbagliata si rende necessario e urgente cambiarla per cercare di invertire in ogni modo la tendenza. Non possiamo assolutamente permetterci di vedere andare in crollo il sistema sanitario nazionale e globale per essere stati incapaci di fronteggiare questa autentica emergenza.
Le strade per intervenire sulla prevenzione e contenimento del diabete tipo 2 sono strutturali: a cominciare dalla revisione della filiera alimentare e relativa produzione industriale e di assemblaggio, distribuzione, per poi arrivare a come trattare la popolazione anziana che è si longeva ma con una qualità della vita francamente inattiva e improduttiva, foriera del patologia diabetica e non solo.

La Giornata Mondiale del Diabete per essere efficace e produttiva deve essere un punto di partenza di un percorso tutto fa avviare e tenere vivo ogni giorno in noi e nei luoghi, paesi dove viviamo.