Default Featured Image

CalmTra le lancette di in un orologio e le cifre dell’ora abbiamo sempre qualcosa da conoscere, imparare prima o poi fate voi. D’altronde possiamo decidere per noi convinti di poterlo fare ma sappiamo nel corso degli anni a venire come non è possibile perché trovare un accordo, una sintesi, un compromesso con l’altro, gli altri è una tappa obbligata per una civile convivenza, porre termine a un conflitto, cercare di avere pace e armonia.

Ma nella verità il primo compromesso parte proprio da noi stessi, sì perché è proprio il nostro corpo a darci segnali di ribellione onde per cui noi, con la nostra mente, intelligenza e ragionamento cerchiamo di affrontarlo e convincerlo a più miti ragioni. Il nostro insieme di cellule che ci compone è un continuo magma in fase di movimentazione, ecco la radice e fondamenta del tutto.

Chi ha a che fare per molto tempo o tutta la vita con una malattia, e noi diabetici siamo tra questi, dovrebbe sapere come dalla lettura dello scandire delle ore si ricavano diverse informazioni per poter gestire al meglio la nostra salute e cura.

Secondo tradizione diabetica le fasi della giornata per eccellenza su cui si concentra l’attenzione sono la notte e l’alba: la prima, come noi adepti coatti della malattia sappiamo, interessa per scongiurare l’appalesarsi di un eventuale calo degli zuccheri nel sangue, ovvero ipoglicemia; la seconda, poiché frequentemente può accadere di avere al risveglio valori della glicemia elevati.

Ma basta tutto questo per poter affermare che abbiamo in pugno il diabete e la barra del timone ben sotto controllo? Certamente no. La lettura dei tempi deve per logica essere completa anche perché la curva d’azione e reazione glicemica è personale pertanto gli schemi generali non sono mai applicabili e dai dati ricavati nell’arco di una giornata possiamo capire i ritmi e tempi individuali così da cercare di rendere meglio comprensibili la situazione e ottenere uno schema di articolazione dell’insulina più consono ai fabbisogni.

Per essere pratico faccio un esempio: nella mia dinamica oraria ho riscontrato come nell’arco delle dodici ore avvengo effetti opposti lungo la curva glicemica, in sostanza accade di fronte a un effetto alba al mattino (glicemia alta), tipo ore 4, poi di andare a trovare un effetto “tramonto” (glicemia bassa) tra le ore 16 e 18 del pomeriggio, spesso a prescindere dalla quantità di cibo mangiato, da esercizio o attività fisica, lavoro, riposo.

Valutare l’arco della giornata e le sue azioni, interazioni è strategico per un diabetico e con queste informazioni può così veramente capire come si muove la malattia ed essere pronto ad affrontarla con prontezza ed efficacia.

Informazione è potere e dati alla mano non saremo certamente succubi della malattia, ma avremo le condizioni migliori per tenerlo a bada e non romperci troppo.