Default Featured Image

StressTraspare nella misura della realtà oggettiva come parlare di normalità sia una assurdità, anche se richiamata, evocata, pregata, desiderata ogni sempre nell’arco dell’esistenza umana; quasi come se fosse una sorte di astinenza da sostanza inalata col respiro, masticata e assorbita nella mente e corpo come materia concreta e tangibile, tattile.
Io non amo parlare di normalità come avrete capito per il semplice motivo che la stessa non esiste come punto di riferimento della nostra personalità e socialità: preferisco riferirmi e puntare all’equilibrio e armonia dell’individuo con se stesso e quanto lo circonda.

Ho compreso che la normalità non c’è fin da infante, dal momento in cui sono entrato in contatto non solo con la sofferenza generata dalla malattia, ma da tutto lo specchiato di vite riflesse fin dalla nascita con un vasto catalogo di patologie temporanee, croniche, terminali. Dov’era la normalità se non nei sogni poi risvegliati dalla realtà mostrata coi sensi ogni singolo istante.

E l’dea che mi sono fatto lungo il corso degli anni e nell’evoluzione naturale degli elementi e della mia persona sta che la normalità è il credo di chi ha solo certezze e nessun dubbio: beati loro perché faticano poco a cercare di conoscere e riuscire a portare qualcosa di nuovo e migliorativo per la vita del genere umano e della natura.
Invece a me avere dubbi, sentire la necessità di poter cambiare e ricercare nuovi orizzonti nella vita quotidiana equivale a non uccidere la speranza per un futuro diverso e più buono.

Ecco la linfa che ha portato a vivere, convivere con il diabete per tanto tempo e continuare a farlo.
Ha un senso parlare di normalità per un diabetico? A maggiore ragione per noi diabetici la prima regola d’oro da imparare e dimensionare su misura strettamente personale è trovare l’armonia personale in approccio con la conduzione della vita assieme al diabete.

I tre comandamenti fisici sono sempre il livello glucosio nel sangue, insulina e quantità di carboidrati nell’alimentazione, ma all’interno di questi canoni sono allo stesso modo determinanti e influenti nell’alterare lo stato del nostro benessere la pressione psicologica esterna (stress e non solo) e la nostra capacità positiva di sfogo e reattività.

Dunque se posso fare una eccezione nel rifiuto della cosiddetta normalità sta proprio nello sfogo: l’unica forma normale presente nella vita, senza la quale non si è e vive. Un piccolo granello che prende forma e diventa campo fertile e fruttuoso.