La vita è fatta di tanti elementi, alcuni piacevoli, altri no, alcuni gioiosi, altri tristi, il piacere, la sofferenza sono entrambi appartenenti al sfera dell’esistenza: il chiaro, lo scuro. Il Natale che alla nostra latitudine coincide con le giornate che riprendono a crescere ha l’effetto proprio della luce che trionfa sulle tenebre, nel moto perpetuo della danze attorno a se stessa della Terra in faccia al sole, come degli altri pianeti. Ecco anche la malattia appartiene, prima o poi, a questo scenario, coi suo sintomi, la sua origine e, laddove possibile, le cure.
In questa ultima settimana dell’anno che porta con sé il Natale ha oggi una peculiarità rispetto a un tempo passato da molti anni: il cibo abbonda nelle nostre tavole ogni istante senza quasi più intervalli. Durante l’arco della mia infanzia, come di quella trascorsa dalla mia generazione, la festa, le feste principali erano un’occasione per stare assieme a familiari e parenti e il mangiare sì c’era ma collocato dentro alle pagine stabilite di un calendario e certi piatti venivano serviti solo nei giorni di festa. A Bologna e in casa mia le lasagne si facevano solo per Capodanno, mentre i tortellini venivano serviti per la vigilia di Natale, solo per fare un esempio, e penso fa sorridere questa liturgia alimentare oggi dove c’è di tutto di più e il vero dilemma esistenziale è dato da come calare, smaltire le cibarie, affrontare flusso e reflusso gatroesofageo, acidità e chi più ne ha?
Lungi da me da fare il guastafeste della tavola, ma semplicemente desidero ricordare come una festa rappresenta una banco di prova dello stare assieme veramente bene e questo è la sola unica cosa che conta.
Ecco alla fine con il diabete, e tutte le informazioni ricevute dentro e attorno alla materia quel che occorre, non si deve fare, è proprio mettersi dei problemi sul come comportarsi a tavola. L’unica e inossidabile regola è sempre la stessa: controllare la glicemia prima di mangiare, in questo caso magari con mezz’ora di anticipo per vedere se è da regolare o meno la quantità d’insulina da iniettare. Ripetere il passaggio a distanza di un paio d’ore dalla fine del pasto per capire se c’è o meno una reazione ipeglicemica.
E ricordiamoci come la piramide alimentare per Natale può assumere la forma di un albero, senza palle ma con il cibo appeso ai rami come mi raccontava mia mamma durante la sua infanzia, quando trovava appesi aranci e mandarini che all’epoca, durante la seconda guerra mondiale, erano l’oro vero.
Buon Natale a tutti!