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Foto50 50 50 50 51. Oggi diamo i numeri. In principio fu il verbo, poi venne il numero: o no? Francamente la numerologia non mi ha ma dato alla follia, e di cifre, equazioni, calcoli, condizionali, e altre combinazioni ho sempre avuto l’avversione: ecco perché non sono mai diventato ricco di denari o comunque benestante. Poco o nulla importa.

La retorica della comunicazione afferma, per ricavare consenso e attirare attenzione, che ogni individuo non è un numero ma una persona fatta di idee, emozioni, sensi, forza, intelligenza, fame e amore. In gioventù ne ero convinto pure io poi, dopo l’arrivo del codice fiscale cominciai ad avere la prima delusione e da lì fu un crescendo, per poi arrivare al codice a barre e qr code, fino hai braccialetti marcati nelle degenze ospedaliere, oppure al numero del letto in camera d’ospedale anziché il nome anagrafico per via della privacy.

Insomma al bando sentimenti ed emozioni: siamo dei numeri appartenenti al gregge chiamato umanità, alcuni sono vip altri se la cavano e la gran parte fa da cavia per questo o quel esperimento sociale, economico, scientifico, militare.

E siccome sono anch’io un numero sciolgo il dubbi e tentennamenti per dare i numeri qualunque sia risultato e la prova fornita da esami e diagnosi prontamente forniti dal presidio sanitario di turno.

Oggi è il giorno del mio primo glicata day del nuovo anno 2014, vado al poliambulatorio della ASL di Bologna sito in via Braccobaldo quartiere San Donato, per fare gli esami del sangue e urine utili alle ormai prossime visite per il diabete e artrite reumatoide, tra qui il test HbA1C.

50 50 50 50 51 sono i risultati delle mie precedenti cinque glicate effettuate l’anno scorso e l’ultima del 2012: praticamente una linea, con assenza di grafico e considerato la frequenza con cui faccio l’esame in questione, ogni tre mesi, posso senza dubbio rimarcare come la prova del buon compenso glicemico del diabete è provata.

Ora con l’ago in vena la domanda sorge spontanea ed è: riuscirò a mantenere stabile ancora una volta il valore conquistato in precedenza? A presto con l’ardua sentenza.

E tra ticket e racket, assicurazione sanitaria, servizio sanitario nazionale, regionale, mutua e sponsor mi destreggio per cercare di uscire. Sapete una cosa: sempre quando ero giovane, qualche decennio fa una campagna per combattere la droga diceva “una volta che sei dentro al giro è difficile poi uscirne, fregali, non drogarti”. Beh oggi a volte con i labirintici percorsi burocratici della sanità pubblica non sai quando ci metti sia per entrare che per uscire da un ambulatorio pubblico.