Il riposo è fondamentale per l’uomo come l’attività fisica, la quantità è soggettiva e a prescindere da ciò solo con la naturalità dei comportamenti e abitudine possiamo comprendere come reagiamo e stiamo fisicamente, mentalmente ed emotivamente.
Senza scomodare studi scientifici e analisi di varia natura e dimensione posso sulla mia pelle dire e sottolineare come per me il sonno ha rivestito e mantiene tutt’ora un ruolo centrale e importante nella vita con il diabete.
Non basta controllare la glicemia e poi effettuare la giusta dose d’insulina da iniettare calcolare un pasto armonico nell’apporto di nutrienti e carboidrati, poi muoversi, essere attivi per mantenere ben compensato il diabete,senza un riposo ristoratore e un ciclo circadiano ordinato l’equilibrio si spezza e quanto si è fatto va a perdersi.
Il sonno è il conto che paghiamo per stare bene e imparare ogni giorno nuove cose, per accumulare ricordi ed esperienze. Di notte il cervello elimina le informazioni superflue che occupano inutilmente spazio al suo interno e consolida i ricordi importanti. Il sonno, quindi, serve per tenere in equilibrio il cervello, in particolare le ‘sinapsi’, ovvero i ponti di comunicazione tra neuroni.
Tutto il predetto processo aiuta il nostro organismo a distendersi, rilassarsi e scaricare la pressione emotiva accumulata, tutta questa attività porta volentieri a normalizzare se non ad abbassare il livello dello zucchero nel sangue e fa a modo suo da effetto normalizzatore.
Il sonno è il prezzo che il cervello deve pagare per l’apprendimento e la memoria. Durante la veglia, l’apprendimento rafforza le connessioni sinaptiche in tutto il cervello, aumentando il dispendio di energia e saturando il cervello di nuove informazioni”. Il sonno permette al cervello di eliminare le informazioni superflue (smart forgetting – dimenticare in maniera intelligente) e di integrare il materiale appena appreso con i ricordi già consolidati, in modo che il cervello può ricominciare il giorno dopo fresco e pulito.
Una ragione in più per ricordarsi di controllare sempre la glicemia prima di andare a dormire la notte, avere sott’occhio il suo livello aiuta ad evitare l’arrivo di un ipoglicemia notturna o iperglicemia da effetto alba.
Poi, non dimentichiamolo, un rialzo ipeglicemico notturno di fatto porta a disturbare e interrompere il sonno con l’andare del tempo, e lo stesso effetto lo determina un ipoglicemia se avvertita per tempo, per non parlare del suo effetto “rebound” ancor più micidiale per un riposo equilibrato e ristoratore. Ecco ricordiamoci di voler bene al nostro riposo oltreché al diabete e parliamone col medico di eventuali problemi in tal senso, perché far finta di niente e trascurare le eventuali difficoltà non va bene.