Venduto e comprato? No grazie preferisco restare giacenza di magazzino. Come ho già avuto modo di scrivere in questo blog da piccino i medici pediatri dell’epoca dicevano a mia madre che, con il diabete, avevo poche aspettative di vita. Eh già ma sono ancora qua. Al di là dell’infausta ed errata profezia quali sono le considerazioni da fare a tale proposito?
Non demoralizziamoci con il diabete di qualsiasi tipo sia e in fattispecie col tipo 1 ad esordio infantile, adolescenziale, comunque giovanile. Se non siamo dei sciamannati e irresponsabile avremo modo di vivere e campare a lungo, e ancor più coloro che hanno un esordio della malattia oggi. Non è un auspicio, una speranza, ma un realtà fatta diventare certezza solo se sappiamo aggredire la patologia dall’inizio con le dovute maniere e trattamenti, oltre a capire i comportamenti e abitudini da mantenere per avere un buon controllo e compenso del diabete.
Noi malati ricordiamoci di non essere MAI merce da mettere in vendita per nessuno e intendo dire tutta la filiera di coloro che campano sulla malattia del diabete, delle malattie legalmente: medici, sanitari, ricercatori, farmacisti, industrie del farmaco e biomedicale, nutrizionisti, dietologi, e molti altri ancora, anche se poi va detto qualcuno si fa vendere o per disperazione o per lucro.
In questa fase storica dominata dai “predatori della democrazia perduta” e da chi specula dalla e nella confusione, vera o presunta, è sempre più evidente come fanatici e fanatismi di ogni specie e genere cercano di prendere il soppravvento.
Ognuno di noi è libero di fare della propria vita quel che gli pare nel rispetto sempre degli altri, la libertà senza responsabilità non ha ragion d’essere.
Può sembrare una predica la mia, senza fare pubblicità indiretta perché già ne hanno avuta e continuano ad avere in questi ultimi tempi, ritengo necessario fare una riflessione aggiornata circa il tema: guaritori presunti, imbonitori e ciarlatani nonché raschiatori di soldi e patrimoni personali.
Il rapporto con la malattia deve sempre essere approntato sotto il profilo della chiarezza, trasparenza e informazione circa i suoi diversi aspetti: sintomi e segni, diagnosi, terapia. Tanto per dirla tutta: non basta dire: no ai ciarlatani quando poi il rapporto del medico col paziente “vulnerabile” si traduce in una mera disposizione formale e burocratica di prescrizioni terapeutiche o farmacologiche, o ancora si va a concedere i dispositivi medici delicati e importanti come il microinfusore d’insulina e sensore glicemico, senza farsi carico delle problematiche successive, come ad esempio gli aggiornamenti delle procedure d’impiego dell’Holter.
Senz’altro un buon modo per dare un fermo a venditori di fumo e santoni dell’ultimo giorno sta nel saper capire veramente chi sono i diabetici in difficoltà e comunque fragile e seguirli con particolare attenzione e meno superficialità.