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Pancetta Appena reduci dal Festival della Canzone Italiana di San Remo (64° edizione) fonte costante di alti livelli di visione e ascolto nonché, volenti o nolenti, di popolarità scopriamo come con questo termine ci sono diversi risvolti possibili e immaginabili: come il successo e l’affermazione culturale, economica e sociale, il potere politico, ma non solo.

La vita sociale e collettiva è fatta di popolarità positiva e negativa come problematica, in quest’ultimo caso il diabete rappresenta senza ombra di dubbio un fattore, una malattia di massa o, come si diceva una volta, sociale per via della sua ampia diffusione di massa. Comunque il diabete non resta solo, non soffre di solitudine e spesso, volentieri si accoppia e sposa con un’altra malattia ancor più universale: l’ipertensione arteriosa, condizione che, tra le altre cose, mi prende.

Quali sono i sintomi dell’ipertensione arteriosa? L’ipertensione è asintomatica finché non si sviluppano complicanze a livello degli organi bersaglio (p. es., insufficienza ventricolare sinistra, cardiopatia aterosclerotica, insufficienza cerebrovascolare con o senza ictus, insufficienza renale). L’ipertensione non complicata non provoca vertigini, flush al volto, cefalea, affaticabilità o epistassi.

La diagnosi di ipertensione primaria va posta solo dopo ripetuti controlli dei valori di pressione arteriosa sistolica e/o diastolica più alti del normale e dopo aver escluso cause secondarie. Inoltre se c’è una storia familiare che vede la presenza, nei parenti di discendenza diretta dell’ipertensione come di effetti traumatici a livello cardiovascolare, è opportuno farlo presente al proprio medico per verificare la presenza o meno di uno stato ipertensivo e cercare di prevenire i fenomeni.

Un diabetico iperteso non trattato ha un elevato rischio di andare incontro (anche in giovane età) a invalidità fisica o exitus per insufficienza ventricolare sinistra, emorragia o infarto cerebrale, insufficienza renale. L’ipertensione è inoltre il più importante fattore di rischio per ictus. È uno dei tre fattori di rischio (insieme con il fumo di sigaretta e l’ipercolesterolemia) che predispongono all’aterosclerosi coronarica. Quanto più elevati sono i valori pressori e più gravi le alterazioni retiniche, tanto peggiore è la prognosi. Un efficace controllo dei valori pressori mediante terapia medica è in grado di prevenire o di arrestare la maggior parte delle complicanze e di prolungare la sopravvivenza dei diabetici con  ipertensione.

Insomma ho sintetizzato alcune buone e forti ragioni per non scordare di farsi controllare i livelli pressori del sangue che, tra le altre cose, è di una semplicità disarmante e non farlo o richiederlo al medico significa proprio volersi male.

Pertanto sia quando facciamo visita al nostro medico curante che allo specialista diabetologo e non lo fa lui chiediamogli di controllarci la pressione.