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Sono tante le facce e le situazioni che s’incontrano nell’arco ascendente e discendente della mia, nostra vita, dovessimo contarla non basterebbe un glucometro e neanche tutta la dotazione di strisce date con il congegno. Certo il passaggio di visi, volti e sguardi assomiglia un poco ai fotogrammi di un film, i pixel di una immagine: poi quelli che veramente colpiscono e lasciano il segno restano veramente pochi, anzi in determinate situazioni addirittura nessuno Un dardo scagliato in cielo ci ricade addosso nonostante cerchiamo di sfidare la forza di gravità questa resta tale come la nostra immaginazione e il divario comunque sempre presente tra fantasia e realtà.

Un’altra cosa invece riguarda la capacità di adattarsi alle fasi di cambiamento e conseguente difficoltà presenti durante la parte di transizione verso un nuovo assetto. Ogni momento della vita è fatto di tali sfide e dobbiamo accettarle pena il nostro conseguente fermo se non fallimento nell’opera o per estremo nella vita stessa.

Il diabete essendo il convitato di pietra in tutto questo concerto di considerazioni fa la sua parte e incide nella misura delle azioni messe in atto dall’uomo per garantire la sopravvivenza dell’essere diabetico con la malattia mediante le diverse articolazioni terapeutiche (a seconda dei tipi), un esempio concreto a tanti aderenti alla malattia da molti lustri riguarda a mo’ d’esempio il passaggio dalla fase mono iniettiva alla multi iniettiva in un crescendo a fasi e spalmatura diversificata durante la giornata tale da restare incarnato nella memoria personale che collettiva di noi malati.

E venendo al sodo della questione odierna una sola parola per dire: insulina, il verbo ben presente e incarnato in me, noi diabetici tipo 1 per i quali all’insulina non c’è alternativa di sorta, non c’è una fase di dieta più movimento a cui far seguire una, cento, mille pasticche, tagli bendaggi gastrici o altro ancora. No, dobbiamo fare l’insulina per poter vivere e cercare di star meglio con il diabete, questo è e resta lo stato dell’arte e la parte vincolante del nostro “contratto di vita”.

Il tasto dolente del capitolo insulina ricade su due versanti, uno volontario e l’altro involontario. Il primo molto critico e da prendere come un indicatore del malessere aggiuntivo che si accosta al diabete riguarda l’omessa effettuazione della, delle iniezioni d’insulina e tale situazione può manifestarsi con maggiore frequenza nella fase adolescenziale di vita col diabete 1, quella per intenderci di maggiore scombussolamento ormonale e sociale nella fase evolutiva dell’uomo. La mancata accettazione o della malattia, o di uno schema terapeutico, la sua messa in discussione se non addirittura contestazione può portare a una logica da “fai da te” con relativi problemi. Ecco tutto questo insieme di problematiche deve essere trattato in via prioritaria non solo dal diabetologo, ma da una equipe integrata di personale sanitario, dagli amici e parenti del diabetico, perché ignorare o sottovalutare il problema nel contesto può far approdare a condizioni molto critiche per la prospettiva di vita della persona malata.

Infine c’è il lato involontario della questione ovvero la semplice dimenticanza nel fare l’iniezione d’insulina: può accadere una volta ogni tanto con frequenze variabili da persona a persona, magari fare mente locale per cercare di capire se il fenomeno ha una certa ricorrenza ci è utile per poter adottare alcune semplice mosse allo scopo di evitare il ripetersi di simili problemi, come ad esempio appuntarsi nel diario della glicemia una X per sottolineare il fatto di aver eseguito la puntura.

Poi oggi per i più duri a ricordarlo o per coloro che hanno paura di scordarsi di fare la puntura ci sono anche dei piccoli e comodi strumenti tecnologici ad esserci d’aiuto, come, ad esempio, InsulCheck di Harmonium Pharma un piccolo dispositivo elettronico che si applica sulla penna da insulina e memorizza il tempo trascorso dall’ultima effettiva erogazione di insulina, inoltre, il dispositivo ha una batteria sostituibile (quindi non occorre buttare via il dispositivo quando la batteria termina), ed è utilizzabile con tutte le penne da insulina, sia ricaricabili che usa e getta.

Alla fine di tutto questo percorso e ragionamento la parola finale resta: facciamo e ricordiamoci di fare sempre l’iniezione d’insulina.