Default Featured Image

cureSaluti a casa. Certe forme di educazione e comportamento sono andate perdute, sembra, con l’avvento nell’era attuale delle comunicazione a messaggistica immediata. Le cartoline inviate a casa sono quasi del tutto rimaste quelle per la lettura dei consumi dell’acqua e poche altre eccezioni, ma c’è ancora una quota, seppur minoritaria di persone che, o per incapacità manuale, o per gap cognitivo – generazionale si avvale del tradizionale percorso postale. Allora facciamoli i saluti a casa e già che ci siamo li mandiamo anche alla Casa della Salute che, con ogni probabilità, andrà a sostituire le vecchie case del popolo e del fascio superstiti nonché certi altri luoghi desueti di ritrovo pubblico. Sì per noi diabetici e comunque per quasi ogni genere di malattia il prossimo presente è legato a questa taumaturgica parola: Casa della Salute che, tradotto in semplici parole, va a trattarsi del poliambulatorio con presenti le più in voga specialità di medicina interna: diabetologia, cardiologia, reumatologia, pediatria, oftalmologia, otorinolaringoiatria solo per fare qualche esempio.

Nella strategia militare prestata a quella organizzativa la linea del fronte, o prima linea rappresenta la parte più impegnativa sotto il profilo del carico di servizio. Un tempo di si chiamava medicina di base, e secondo i presupposti avrebbe la funzione una Casa della Salute di affrontare il livello meno complesso di condizioni patologiche ad alta epidemiologia.

La riforma delle cure primarie per quanto riguarda il diabete tra il 2014 e 2015 vede un strutturale processo di riforma con riduzione, attraverso l’aggregazione, dei centri di riferimento specialistici, da un lato verrà delegato alle Case della Salute dei comuni seguire i diabetici tipo 2 e dall’altro i diabetici tipo 1 e i casi di altro tipo trattati con insulina saranno seguiti dal CURD, Centro Unico di Riferimento Diabetologico a livello provinciale metropolitano.

Siccome nella corsa al risparmio e al taglio sembra arriverà a proporsi la “medicina della convenienza”, dove con metà prezzo e servizio ottieni la prestazione come si rende compatibile tutto ciò con la necessaria e richiamata integrazione multidisciplinare nei confronti del diabete? Mi si risponderà che grazie a telemedicina, skype, reti tutti è e sarà immediato e disponibile fin da subito senza perdite di tempo e le classiche visite. Vero così come resta vivo e vegeto l’accertamento clinico “de visu”.

Alla fine resta una esigenza insoddisfatta per noi poveri mortali diabetici, con tutto il concerto di riforme a destra e manca, tra rivoluzioni telematiche e esantematiche poi alla fine ci si rende conto di un fatto semplice e inalterato nel corso dei secoli, almeno qui in Italia: manca una guida ai servizi integrati e no per il diabete, non dico nazionale ma anche e più semplicemente a livello di singola ASL. Se uno vuole sapere semplicemente dove andare a sbattere la testa, a chi rivolgersi spera di trovare un buon sammaritano che gli indichi la via. Un esempio? Provate a chiedere per un podologo o psicologo solo per fare un esempio: col servizio sanitario pubblico è praticamente impossibile avere informazioni o disponibilità mentre in libera professione ci vogliono zero attimi. La differenza in questi casi la fa ancor più che i tagli il pagamento pronto cassa in diretta.