L’acqua bolle ed è l’ora di buttare la pasta, oggi a pranzo mi faccio gli spaghetti aglio olio peperoncino: uno dei piatti a impatto glicemico praticamente nullo, anzi nel mio caso direi con contatto ipoglicemico poiché ogni volta li ho pappati i valori dello zucchero nel sangue gridavano vendetta talmente erano bassi. Ecco spiegata la ragione per cui appena posso nel pasto li metto in preparazione, passaggio questo, tra le altre cose, che è di una semplicità mostruosa e anche il più imbranato degli imbranati in cucina può cimentarsi in tale “ardimento” senza alcun stordimento ma con autentico giovamento.
A proposito di spaghetti: voi prima di buttarli nell’acqua bollente li spezzate o mettete interi? Io fino a qualche anno fa li spezzavo poi il diabetologo mi consigliò di gettarli interi. Lo specialista sosteneva che lo spaghetto è un poco come l’insulina basale: deve cercare di coprire le ventiquattro ore, sia con più punture che col microinfusore, pertanto interromperla si snatura la sua proiezione, copertura ed efficacia.
Una delle litanie, messe cantate, o come si dice oggi: mantra, del diabetico riguarda i tentativi di calcolo della dose “giusta” d’insulina. Siccome tale esercizio assomiglia molto, in buona parte dei casi, a una sorta di esoterico tentativo di azzeccare l’andamento della giornata, almeno per quanto riguarda la glicemia, occorre fare molta attenzione su tale passaggio.
La prima e fondamentale regola per un diabetico è prestare molta attenzione nelle correzioni di insulina per cercare di abbassare una glicemia troppo alta (iperglicemia): fin dai tempi di Caracalla i diabetologi “antichi” mi indicavano di fare tale passaggio non andando mai oltre le due unità di variazione. Debbo dire che tale condizione base, nel mio caso, è giusta e buona.
Il saggio dice: non guardare gli altri ma impara a conoscere te stesso. La condizione è di vitale importanza per tutti e in specie nel diabetico poiché come ricordato in diverse occasione e ribadito in questa la sensibilità insulinica è propria ed esclusiva di ogni soggetto, così come la complessità della reazione glicemica e di risposta agli stress, alimentazione, tenendo sempre presente il legame con età anagrafica e di patologia e gli altri fattori somatici.
Concludendo: le informazioni e modalità di somministrazione dell’insulina debbono essere rilasciate esclusivamente dal medico diabetologo. Se non lo fa lui dobbiamo chiedere, esigere di essere formati e informati su tutti gli aspetti pratici della vita con il diabete a cominciare dalla gestione della glicemia e insulina: è un nostro diritto – dovere.
Oggi tra consigli dalle reti sociali e programmi informatici c’è di tutto e di più, correndo sempre più il rischio di andare in palla, confusione se non abbiamo i fondamentali chiari sulla malattia. Pertanto non scherziamo con l’insulina, né gingilliamoci nelle dosi e affini: tale operazione può essere non solo pericolosa ma anche fatale.