Al sette del mattino il pinguino del vicino comincia a battere in testa: sarà l’aria maldestra oppure altro che ne so? Indubbiamente il clima a volte gioca brutti scherzi e se per alcuni autori di testi era strano innamorarsi a Milano, la stessa cosa al Fossatone non scherza mica tanto. D’altronde nei giorni attuali non precipitare e precipitarsi è un obiettivo fisso e comune a molti dalle nostre parti, se non per necessità
D’acchito un individuo si chiede come è possibile uscire da una fila e mettersene in un’altra, sembra pazzesco tra mercoledì e venerdì ma la cosa si comprime e diventa effettiva, come l’acqua dolce diventa salata. E così incarno la stilizzazione dell’uomo fila che non si sfila (a meno che debba espletare una funzione biologica e corporale, in quel caso debbo inesorabilmente andare).
Or dunque l’uomo fila proprio qualche ora fa si trova a compiere un atto che non è misfatto ma fatto utile e buono per la propria sanità mentale e corporea (anche se a leggere quanto scritto non si direbbe) e tale azione consisteva nella procedura preliminare all’accettazione per la visita di controllo del diabete. Nonostante il calendario solitario anche per questa volta sono qui a vedere cosa c’è da fare tra due rime: aspettare e digitare.
L’appuntamento odierno ha, a premessa, ottimi auspici: gli esami di laboratorio sono buoni a cominciare dalla glicata scesa di – 0,5 punti rispetto al precedente monitoraggio, e poi l’assetto glicemico mantenuto nel corso dell’ultimo mese ha espresso valori praticamente “normoglicemici” ovvero di stabilità inusitata per la storia e preistoria personale. Naturalmente spetterà al medico fare la diagnosi e offrire un quadro più asciutto, critico e completo dello stato delle cose e limare la struttura dello schema di insulina assieme ad altri dettagli che possono sfuggire al profano.
E tra un barbaglio e uno sbadiglio in questa giornata di Sole aspetto d’essere chiamato: oggi è il mio giorno fortunato, l’attesa si fa breve, che sia per lo svernamento della clientela diabetica verso località tropicali, montane o più prosaicamente di villeggiatura?
Bando alle ciance e passando agli elementi concreti del vivere entro per la visita. Vengono esaminati esami di laboratorio e grafici dati del diario della glicemia fatta in autocontrollo domestico, viene misurata la pressione arteriosa (normale per la cronaca e già questa è una notiziona visto come in tutti gli altri controlli effettuati in ospedale era sempre alta la massima), al peso sono 72 kg, sempre sopra la media personale.
E quindi si passa alle considerazioni circa le rilevazioni: prima di tutto l’assetto, lo schema di boli, sia basale che normale, resta invariato anche alla luce dell’ottimo risultato conseguito. Chiesto al diabetologo delle possibili cause di un raggiungimento così superlativo del compenso glicemico, ovvero fatte le ipotesi circa un legame favorevole generato da anni di impiego del farmaco biologico per contrastare l’artrite reumatoide, il medico ha escluso nel mio caso tale eventualità. Invece il predetto risultato è senz’altro da imputare alla stabilizzazione e ottimizzazione dell’impiego e relative potenzialità intrinseche del microinfusore combinato col sensore, assieme a uno schema di bolo basale ben tagliato e giostrato su misura. Conclusione del medico: avanti così stando naturalmente attento all’ipoglicemia (regola numero uno) e tenendo sempre monitorata la funzione renale che, anche per questa volta, ha fornito un valore leggermente sopra il limite massimo e pari a 1,33.
Il prossimo appuntamento tra due mesi e precisamente per ottobre.