Fra quattro mesi è Natale! Non sono impazzito solamente sottolineo come la forbice, il divario temporale tra il culmine dell’estate e il principio dell’inverno sia corto e anche la percezione del tempo che si ha da bimbi e diversa da adulti e fino a farsi veloce in età avanzata a tale modo da ignorarla per non soccombere ad essa. Ma non è dei ricordi, brutti o belli, l’oggetto dell’argomento trattato oggi.
Una parola chiave nel diabete e che non troverete mai in alcun dizionario a tema dedicata alla malattia si chiama: spaccamento, ovvero di un soggetto che si è rotto nell’animo di una determinata situazione e/o condizione. Lo spaccamento è spesso generato dalla noia che, se prolungata può scatenare apatia ma anche depressione. Tutti elementi i quali si possono appalesare nel diabetico, in specie lungo la fase evolutiva della malattia e nel periodo della giovinezza, con particolare riferimento e frequenza sotto i trent’anni.
Purtroppo per voi oggi qui non offro ricette o soluzioni per affrontare e risolvere, almeno ammorbidire il livello dello spaccamento generato da diabete e derivati, ma premetto subito che un qualche tentativo proverò a architettarlo nel corso delle prossime puntate su questo url.
Lo spaccamento è una ferita nella crosta cerebrale e dell’anima con segni e solchi lungi ad essere colmati, superato l’impatto eruttivo della malattia il magma si sedimenta ma resta la caldera a farsi sentire e ribollire in più occasioni e momenti. Naturalmente alla base di tutto c’è il dover più volte al giorno controllare l’andamento della glicemia e lo stare dietro alle sue oscillazioni. Il primo spaccamento avviene proprio in diverse e ripetute occasioni: il classico break c’è nell’attimo in cui trovi ad avere un valore dello zucchero nel sangue spaventosamente alto senza un perché e una ragione.
La seconda fase topica del rompimento è rappresentata dalla visita di controllo dell’andamento del diabete e non solo per l’attesa, ma legata al sentirsi dire dal medico del perché delle glicemie negative. Allora a forza del ripetersi del perché e per come accadeva che uno si faceva “astuto” e magari per non farsi rompere troppo gli ammennicoli, altra parola ricorrente nel gergo diabetico, un’ora prima della predetta visita si iniettava qualche unità d’insulina così da arrivare con un valore della glicemia ottimale al controllo ambulatoriale. Oggi con la glicata tale sistema non funziona più e ci si ingegna provocando delle “leggere” ipoglicemie per abbassare il valore dell’HbA1c e far “contento” il diabetologo, ma anche, a maggior causa, per non incorrere in ulteriore seccature in vista del rinnovo della patente auto, argomento foriero di tristi e ultronei presagi.
Insomma lo spaccamento diabetico ha risvolti e impatti molto presenti e ossidanti, tali da mettersi una mano di dietro e una d’avanti pertanto alla prossima puntata affronteremo l’argomento: come gestirli al meglio tanti aspetti-