Sempre continuando il monologo sulla ricerca di nuove terapie e tecniche di cura per il diabete tipo 1 oggi mi soffermo su uno dei pilastri della malattia: la mamma e la famiglia. Mentre per il tipo 2 c’è esclusivamente una campagna di prevenzione contro l’insorgere della malattia e di mantenimento di stili di vita attivi e non sedentari (tale patologia rappresenta il 95% mentre il tipo 1 il 5% circa), per diabete giovanile c’è poco o niente sia come campagna di sensibilizzazione che a favore della predetta ricerca. Si anche da noi sono le mamme, i papà a fare da ancore di supporto per i bimbi e ragazzi colpiti dalla malattia, ma tutto avviene circoscritto lì senza fare altro anche per azioni di supporto e tutela dei diritti oltreché per la ricerca.
Pochi cultori della materia sanno che negli USA esiste la JDRF (Juvenile Diabetes Foundation): è stata fondata nel 1970 nella zona di Philadelphia. Guidati da Lee Ducat, un gruppo di genitori di bambini locali con D1 si mobilitarono per raccogliere fondi a favore della ricerca sul diabete, e formarono il primo capitolo di quello che allora era conosciuta come la Juvenile Diabetes Foundation. L’organizzazione fin dalla sua nascita ha rivolto il suo impegno per il finanziamento della ricerca. Oltre alla elevata priorità sulla raccolta di fondi nella ricerca per il D1, i fondatori dell’organizzazione decisero di informare il pubblico su tutti gli aspetti del diabete di tipo 1.. Fin dalla sua nascita, JDRF ha avuto una crescita esponenziale fino a diventare un leader mondiale nella lotta contro il diabete di tipo 1. JDRF ora ha sezioni e filiali in molti stati americani, e affiliati internazionali in diversi paesi (Italia esclusa).
JDRF ha investito 530 milioni dollari raccolti a favore della ricerca scientifica in 17 paesi. Nel 2012, JDRF ha fornito più di 110 milioni di dollari per la ricerca sul D1.
Per fare un esempio per tutti: il processo di ricerca sul Pancreas Artificiale vive grazie al sostegno e fondi raccolti dalla JDRF, senza saremmo ancora fermi a parlare dell’iniezioni d’insulina e niente altro.
La JDRF sta attualmente finanziando gli scienziati di tutto il mondo che svolgono ricerca clinica sull’uso del pancreas artificiale e ha una stretta partnership con l’industria per accelerare lo sviluppo di questa tecnologia, tutto questo mediante la formazione di un Consorzio per il Pancreas Artificiale: una rete mondiale di scienziati e ingegneri dedicati a creare la tecnologia in grado di sostenere un sistema a “circuito chiuso” che collega Holter glicemico continuo e pompe d’insulina. Questa ricerca è attualmente in corso in diversi siti, tra cui diverse università e istituti negli Stati Uniti, Canada, Europa e Asia.
Ho scritto solo una minima parte delle azioni effettuate dal questa strategica organizzazione, quindi se vogliamo cambiare strada il cammino è tracciato si tratta di cominciare a farlo.
E tra dieci giorni avrà luogo l’annuale incontro degli studiosi, ricercatori e medici impegnati di diabetologia a Vienna, penso come, tra le tante e molteplici cose in programma, vi saranno novità proprio provenienti dal versante del pancreas artificiale, sul quale in svariate forme si stanno facendo trial e nuove applicazioni in tutto il continente europeo.