(Reuters) 15 settembre – Vienna – Cellule staminali produttrici di insulina, il nuovo passo nella cura del diabete
Una nuova via nella lotta contro il diabete: i ricercatori riescono a convertire le cellule staminali in cellule produttrici di insulina. Lo studio
Le cellule staminali potrebbero essere considerate la scoperta più importante dell’ultimo secolo. Sono moltissime, infatti, le possibili applicazioni e i potenziali miracoli ottenuti da un loro utilizzo consapevole. Oggi, un nuovo studio condotto dall’ University of British Columbia (UBC), in collaborazione con BetaLogics Venture della Janssen Research & Development, ha messo in evidenza la possibilità di convertire le cellule staminali in cellule produttrici di insulina.
Tutto ciò appare come un passo importantissimo nella lotta contro il diabete di tipo 1. La conversione avverrebbe in sole 6 settimane: «Siamo un passo più vicino ad avere una quantità illimitata di cellule che producono insulina per curare i pazienti affetti da diabete di tipo 1», spiega Timothy Kieffer, professore del Dipartimento di scienze fisiologiche e chirurgia dell’UBC.
Il progetto prevede la trasformazione di cellule staminali in cellule pancreatiche in grado di secernere insulina. «Non abbiamo ancora realizzato cellule completamente funzionali, ma siamo molto vicini – sottolinea Kieffer – Le cellule che creiamo in laboratorio producono insulina, ma sono ancora immature e hanno bisogno trapianto sull’ospite per completare la trasformazione in cellule completamente funzionanti».
Il passo successivo – e forse anche il più importante – sarà perciò quello di riuscire a impedire alle cellule trasformate di essere rigettate dall’organismo ospite. Che dire? Non ci resta altro da fare che sperare di avere al più presto risultati positivi.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature Biotechnology ed è stata resa possibile grazie a un finanziamento dal Juvenile Diabetes Research Foundation (JDRF), dal Canadian Institutes of Health Research, dalla Stem Cell Network del Canada, dalla Stem Cell Technologies di Vancouver e, infine dalla Fondazione Michael Smith for Health Research.