Oggi vi intrattengo con un poco di varie e avariate elucubrazioni e storie vissute e trattate nel corso degli ultimi giorni. E parto dalla settimana scorsa: come avrete potuto leggere ho partecipato ai primi due giorni della cinquantesima edizione dell’EASD a Vienna, l’incontro europeo promosso ogni anno dall’Associazione Europea di Studi in Diabetologia. L’appuntamento che desidero rimarcare ha riguardato il simposio scientifico dedicato ai medici per il lancio continentale dell’innovativo sistema di controllo continuo a scansione della glicemia “Libre” di Abbott. Beh di tutti i medici profilatisi sul podio debbo dire che il più efficace, brillante e istruttivo si è rilevato il nostro Dr Stefano Genovese. Il controllo glicemico, cioè, la correzione dell’iperglicemia, senza ipoglicemia, è uno dei principali obiettivi della gestione del diabete. Controllo glicemico intensivo è stato associata a tassi ridotti di complicanze sia nel diabete mellito di tipo 1 che tipo 2. Tuttavia, questi benefici sono a costo di un maggiore rischio di gravi episodi di ipoglicemia.
La paura dell’ipoglicemia è un ostacolo riconosciuto per il miglioramento del controllo glicemico, e la cautela nel trattamento da parte dei medici verso i pazienti è sempre stata un po’ la base conduttrice seguita finora. La capacità di prevedere gli episodi ipoglicemici ci apre la possibilità di prevenirle e potrebbe alleviare questa paura. L’auto-monitoraggio della glicemia (SMBG) è il modo più accessibile per valutare i modelli glicemici, e l’interpretazione di degli stessi in grado di fornire le spiegazioni e ragioni dello scarso controllo glicemico e suggerirne le strategie di gestione.
Un profilo ambulatoriale del glucosio – AGP – non sono è sempre facile da individuare o interpretare, ma con i parametri e strumenti web-based il monitoraggio continuo del glucosio (CGM) si ora è grado di supportare sia i pazienti che i medici. La gestione con successo del modello richiede educazione e impegno reciproco sia da parte del medico che del paziente; una collaborazione attiva è necessaria per ottenere, rivedere, e interpretare i valori e apportare modifiche in base ai modelli.
L’unico modo per rilevare la variabilità glicemica nel modelli glicemici (BG) è la frequente misurazione e documentazione della glicemia o l’utilizzazione di CGM (monitoraggio continuo glicemico). Mentre il CGM offre una visione più completa dei valori di BG, tale tecnologia non è ancora ampiamente disponibile. Sistemi CGM sono utilizzati in una minoranza di pazienti a causa di problemi di costo, di rimborso, facilità di utilizzo, di interpretazione dei dati e precisione. Il profilo ambulatoriale del glucosio (AGP) può facilitare le relazioni e offrire uno strumento utile ad aiutare la normalizzazione del glucosio, l’analisi, visualizzazione e reporting al fine di ottimizzare il processo decisionale clinico nel diabete.
Il dott. Genovese ha descritto l’esperienza di un paziente con diabete di tipo 1, che sta facendo il giro del mondo a piedi (www.triptherapy.net), il quale indossa il sistema di monitoraggio continuo del glucosio FreeStyle Navigator di Abbott e sta utilizzando AGP per valutare, insieme con i medici , il suo controllo del glucosio, “a distanza”.
Infine della relazione pregnante dell’italico rappresentante desidero rimarcare una dato, rappresentato all’interno delle slide, ovvero come le frequenti ipoglicemie, seguite da una reazione iperglicemica, possono provocare una trombosi, anche con effetto letale, nel diabetico. Un processo patologico che consiste nella formazione di trombi all’interno dei vasi sanguigni, che ostacolano o impediscono la normale circolazione del sangue. E tale situazione è da tenere bene presente in relazione alla storia clinica del soggetto diabetico e al ripercorrere nel corso del tempo degli eventi ipoglicemici, sempre con la speranza che il fattore fortuna abbia la meglio.
All’EASD ero con Daniela D’Onofrio – Community Manager del Portale Diabete, la quale ha fatto e sta facendo un ampio resoconto dell’evento a cui vi rimando. A mio giudizio di tutta la manifestazione l’unico momento importante e con una ricaduta effettiva per diabetici e diabetologi è stato dato proprio dal lancio del “Libre” di Abbott. Il resto sono lavori in corso di cui non si sa se avranno o meno una effettiva concretizzazione.
Per concludere sull’EASD e Abbott una precisazione: lo scrivente è uno dei pochi diabetici di “riferimento” a non avere provato il Libre. Ci tengo a questa sottolineatura per due semplici ragioni: sono sempre stato uno strenuo sostenitore della pluralità di offerta di strumenti validi e migliorativi nella cura e controllo della malattia per noi diabetici. Uso Medtronic con sensore Enlite, ma mi sono speso in prima linea per fare arrivare Ominpod in Italia e la stessa cosa faccio ora con Abbott per Libre perché è uno strumento buon ad aiutare coloro che non ne vogliono sapere di controllarsi la glicemia in primo luogo. A proposito di rapporti tra aziende, medici e pazienti sarebbe bene invece avere comportamenti più trasparenti e chiari, perché la pubblicità occulta o indiretta, così come la disinformazione non aiuta al bene del diabete e del diabetico.
E la stessa cosa vale nell’esaltazione: in qualsiasi forma essa si manifesta, della performance fisica, mentale, demenziale e istrionismo selvaggio; non abbiamo bisogno di sfracelli e cultori del machismo ma di soluzioni decenti per la vita quotidiana con il diabete. E la strada è ancora lunga in questo senso.
E passando dalle stelle alle stalle vi riporto un episodio accaduto venerdì scorso nel cuore delle notte e perdurato per tutto il fine settimana, con strascichi fino a lunedì: nausea e forti dolori muscolari estesi lungo tutto il corpo rendevano praticamente difficile ogni tipo di azione e spostamento, tra le ipotesi da me fatte c’era naturalmente il diabete (ipoglicemica/iperglicemia), ma dal controllo glicemico non vi erano tali situazioni; poi ho pensato alle statine, farmaco che assumo da ormai quattro anni, e a tale proposito il mio medico di base aveva qualche giorno fa ipotizzato che potesse essere proprio il farmaco la causa dei precedenti dolori muscolari serali e notturni, ovvero successivi alla somministrazione orale della medicina. Le statine possono causare dolore e fastidio ai muscoli (miopatia da statine). Più la dose è alta, più aumenta il rischio di soffrire di problemi muscolari. Chi è in terapia con le statine e averte crampi o fastidi ai muscoli, deve andare dal medico che ci consiglierà cosa fare. Il mio ha fatto eseguire una serie di controlli ematici.
È fondamentale tenere in considerazione gli effetti delle statine su altri organi, soprattutto se abbiamo altri problemi di salute, ad esempio a carico del fegato o dei reni: controlliamo sempre se le statine interagiscono con altri farmaci o integratori, sia prescritti dal medico sia senza ricetta. I referti dei predetti esami hanno evidenziato un abbassamento della velocità di filtrazione glomerulare e un innalzamento della creatinina già fuori range da tempo. Ora attendo la valutazione medica sul da farsi.