Comincia il conto la rovescia diretto alla edizione 2014 della Giornata Mondiale del Diabete, le parole d’ordine e gli slogan per l’appuntamento del 14 novembre (che vedrà impegnati i diabetici e loro associazioni nelle piazze di tutta Italia nel fine settimana tra il 15 e 16 dello stesso mese) sono stati scelti da tempo e in questo spazio ne ho già parlato.
Oggi invece voglio offrire uno spunto di riflessione sempre più pressante e pesante in questa fase del nostro tempo: l’accesso alle cure e terapie innovative, costi e sostenibilità delle stesse e diritto alla salute.
In questi ultimi mesi ha fatto scalpore il costo di un farmaco innovativo per i malati di Epatite C: sessantamila euro: è il scosto della nuova cura contro l’epatite C, che colpisce un milione di italiani. Una cura innovativa che promette di eradicare il virus Hcv una volta per tutte con tre cicli di trattamento, ma dal costo proibitivo: circa 20mila euro l’uno. Si tratta del farmaco sofosbuvir, un antivirale inibitore dell’RNA polimerasi che agisce bloccando la replicazione del virus. È stato messo a punto da una piccola casa farmaceutica del New Jersey, la Pharmasset, poi acquistata dal colosso californiano Gilead.
Bene vi chiederete: cosa c’entra tutto questo con il diabete? C’entra nella misura in cui tutta una filiera di farmaci innovativi si profila all’orizzonte anche per noi diabetici e alcuni già si sono affacciati come l’ultimo tipo d’insulina della Novo Nordisk, la Tresiba (Degludec), le incretine, tutti trattamenti ad elevato costo per l’erario. Ma al tempo stesso è oramai evidente come la vita e la salute abbia un prezzo variabile a seconda del censo sociale di appartenenza, o altri elementi discrezionali, di simpatia. E pare sempre più evidente come la salute più che un diritto si stia trasformando in un privilegio, graduato, ma tale.
Nessuno deve essere escluso da terapie e cure per mancanza di mezzi e risorse o altri fattori simili ecco la ragione per cui voglio lanciare un: hashtag #nessunoescluso allo scopo di prendere coscienza nella rete come nella società, tra tutte le persone che la salute e la vita non sono una merce alla mercé di speculatori e usurai ma un valore da difendere e salvaguardare.
Noi diabetici che dal lontano 1921, anno di realizzazione dell’insulina da parte di Banting, abbiamo dovuto lottare diverse volte per averla e ci siamo riusciti: durante la seconda guerra mondiale, in periodi di embargo commerciale, non possiamo restare ignoranti verso un fatto pesante e presente. Anche questo è un modo fattivo e concreto per esserci e impegnarci nella Giornata Mondiale del Diabete 2014 e negli anni a venire.