Tra le varie facce del diabete c’è pure il lato ascetico? Per certi aspetti, in particolare laddove questi si sottopone da tempo immemorabile a prove particolarmente gravose quali camminare sui carboni ardenti della glicata e glicemia esasperata, dormire sulle lancette pungidito e aghi per iniezione come una sorta di “fachiro” da patologia.
Infatti dopo tanto tempo di vita alcuni di noi ottengono una certa insensibilità al dolore, ed io mi annovero tra questi. Una prova pratica? Proprio in questi giorni “indosso”, se così si può dire, sia il sensore glicemico Enlite di Medtronic che il Libre di Abbott, oltre al set d’infusione della pompa per insulina. Come ho avuto modo di scrivere qualche giorno fa sento la necessità di fare riposare un poco i polpastrelli dolenti a causa di tanti decenni di buchi ripetuti molte volte al giorno.
Ebbene come procedo con il Libre alla prova dei fatti e comparato con glucometro tradizionale? I valori espressi della glicemia sono sostanzialmente equivalenti. L’unico punto critico che desidero riportare, per l’utilizzatore neofita, riguarda la necessita all’avvio di effettuare una calibrazione con il stesso Libre dotato anche di un glucometro incorporato, solo che nella dotazione strumentale manca un campione di strisce idonee per poterlo effettivamente effettuare, si tratta degli stick “Freestyle Optium”. Altra annotazione critica concerne il software per l’analisi dei dati: mentre con il sistema operativo Windows non vi sono problemi di installazione e utilizzo tale fatto non succede con il MacOs di Apple, dopo avere scaricato l’applicazione questa non riesce a installare.
Una cosa accomuna questi i due sensori con funzioni diverse: l’Enlite fa il controllo continuo della glicemia integrato col microinfusore e sospende l’erogazione dell’insulina in presenza di una ipoglicemia; il Libre effettua lo stesso monitoraggio a domanda come sarebbe con un glucometro; in comune hanno il primo giorno, ovvero durante questo arco di tempo la corrispondenza dei valori glicemici deve assestarsi, pertanto è meglio fare una o due calibrazioni in più nel caso di Libre nell’arco della prima giornata.
E come il buon vino che invecchiando migliora, la stessa cosa accade coi sensori che, nella seconda settimana di utilizzo, mantengono una elevata qualità del segnale e del valore riportato.
Mentre il Libre è di una facilità estrema sia per l’utilizzo che applicazione nel braccio, l’insertore dell’Enlite va preso con maggiore attenzione. E proprio ultimamente ho acquisito un metodo pratico per evitare di perdere il sensore, cosa che può accadere dopo averlo applicato quando ad esempio non c’è segnale, non lampeggia la chiocciola. Cosa faccio? Al momento di inserire l’ago non lo sgancio e contestualmente aspetto cinque minuti poi gli attacco la chiocciola bianca (microlink) la quale dopo qualche secondo dovrebbe lampeggiare per indicare che c’è segnale da parte del sensore. Se così non è estraggo l’ago e lo reimpianto da un’altra parte per capire se prende. L’operazione non la effettuo più di due volte sia per non spuntare l’ago che rischiare infezioni. E finora tutta è andato per il meglio senza aver perso più alcun sensore.
Il titolo del sensore è volutamente autoironico, in realtà non sono esperto di niente solo essendo una testa dura e volendo utilizzare al meglio gli strumenti scongiurando sprechi di sorta o altro sono andato per tentativi e ragionamento logico ad esclusione il quale mi ha portato a buoni risultati. Tutto qua e il diabete bene va.