Una settimana mi separa dalla prossima visita di controllo del diabete, l’ultimo per quest’anno. Oggiho con me il referto degli esami del sangue e urine fatti ai primi del mese e tra questi c’è naturalmente l’HbA1C, scrivo la sigla del test ematico perché ogni volta in cui riporto il nome esteso il correttore ortografico sia del computer che del tablet mi da errore. Il valore riportato per l’occasione è pari a 7,2, un oscillazione praticamente costante negli ultimi anni tra 6,8 e 7,2. Un buon risultato non c’è altro da aggiungere. Anzi no una integrazione trovo necessario farla: il dato riportato è a fronte di pochi picchi glicemici sia verso l’alto che al basso, quindi un prodotto finale buon per poter affermare di aver mantenuto un compenso diabetico ottimale grazie a uno schema basale vincente.
Prima di arrivare al contesto attuale mi sono destreggiato tra calcoli pindarici e variabili aritmetiche, cifre e numeri equazioni e molto altro ancora sul calcolo dei carboidrati, per ottenere un dosaggio prossimo all’adeguatezza per quel che riguarda le unità di insulina da fare prima in penna poi con bolo dal microinfusore. Fino a qualche mese fa utilizzavo anche l’assistente di bolo per tentare di azzeccare la dose giusta.
Beh da quasi un anno ho smesso di fare entrambi i passaggi: sia il calcolo dei carboidrati che il correttore, assistente di bolo. La basale mi copre benissimo il fabbisogno giornalieri e ai pasti faccio molta meno insulina di prima. A volte addirittura non la faccio proprio, facendo infondere solo la basale oppure sospendo del tutto l’infusione. La prova di tutte le prove l’ho avuta con la pizza: il piatto diabolico per eccellenza nel mio vissuto con il diabete. All’epoca dell’insulina fatta con siringa e poi penna se mi azzardavo a mangiare una pizza mi trovavo poi con una glicemia almeno a 450 mg/dl. Poi col passaggio al microinfusore facevo un bolo a onda doppia 50/50 con la seconda metà di unità erogate nelle tre ore successive. Ma anche lì qualche volta capitava di trovare un rialzo a 250/300 dopo quattro ore. Oggi con una basale spalmata in modo corretto sul pomeriggio e sera quando mangio la pizza addirittura mi basta un bolo normale di 4 unità o anche meno. Ed è un grande cosa per un diabetico!
In conclusione, la mia personale esperienza con il calcolatore di boli mi porta a dire come nella fase iniziale si importante per avere informazioni utili a muoversi meglio in rapporto a insulina e glicemia , cibo con l’azione fisica. I primi dati statistici suggeriscono che l’utilizzo del calcolatore di boli possa essere un valido strumento per migliorare l’efficacia della terapia insulinica intensiva nel diabete di tipo 1. Il calcolatore, infatti, sembra avere una positiva ricaduta sia dal punto di vista metabolico (variabilità ed esposizione glicemica) sia per quel che riguarda la qualità di vita. Appare chiaro che sarebbero opportuni tempi di riscontro più ampi e con un rientro di dati un maggior numero di diabetici per capire e chiarire il ruolo che gioca tale strumento all’interno della strategia terapeutica del diabete di tipo 1.