Riportiamo questo “pazzesco” episodio accaduto a una diabetica alla quale è stato negato il permesso di imbarcarsi perché diabetica. Tale accadimento me lo ha “girato” Roberto e da americano non nuovo ad episodi strambi o abusi di potere esercitati anche qui da noi all’interno dei 50 Stati dell’Unione nonché a livello federale, beh debbo dire come questa volta ci avete veramente battuto! Oltre a violare la liberta costituzionale di circolazione e viaggio vengono anche ad essere negate per la prima volta a livello mondiale le più elementari garanzie e diritti del viaggiatore diabetico. Mi auguro che i vostri rappresentanti avvino le vie legali di tutela verso l’ente per i voli civili ENAC e l’Organizzazione Intenazionale per l’Aviazione Civile. I responsabile vanno individuati e colpiti, almeno qui da noi si fa così
Gentile associazione
questo quanto ci è accaduto presso l’aereoporto di Fiumicino il 2 luglio 2014 (volo AZ540). Brevemente, nell’allegato potrete leggere tutta la storia.
Avevamo comprato un biglietto aereo per San Pietroburgo 5 mesi prima e quindi programmato la partenza con anticipo. Come sempre ci siamo attenuti alle regole sulla sicurezza e ci eravamo premuniti di un certificato medico per il trasporto dei medicinali (insulina e clucagone) per mia moglie, come previsto dalla normativa vigente. La mattina del 2 luglio ci siamo recati presso l’aereoporto di Fiumicino (Roma) e qui nonostante avessimo la certificazione per i medicinali e nonostante avessimo passato gli scrupolosi controlli di sicurezza prima dell’accesso ai gate, abbiamo visto negato il nostro imbarco a causa del rifiuto da parte del comandante dell’areo in quanto sul certificato che avevamo non era “anche” scritto che mia moglie era “idonea al volo”. A nulla è valso tentare di spiegare che non esiste un certificato di idoneità al volo per i passeggeri diabetici. Le nostre valige sono state scaricate dall’aero e siamo stati rimandati a casa con la raccomandazione di procurarci appunto un certificato medico in cui fosse scritto che mia moglie diabetica era appunto “idonea al volo” ed al contempo ci furono fornite le carte d’imbarco per il giorno seguente. All’indomani rieseguta la stessa trafila del giorno precedente siamo stati imbarcati senza storie ne certificati.
Al ritorno ho presentato reclamo all’Alitalia e dopo tre mesi (il 22 ottobre) la risposta è stata ” … non è stato possibile accettare a bordo del volo AZ 540 la Signora Bianconi in quanto la documentazione in Suo possesso non idonea e conforma alla procedura richiesta dalla Compagnia.”
Quindi la colpa era nostra che non avevamo seguito i regolamenti della compagnia. Incredibile. A quel punto il 24 ottobre ho riscritto ad Alitalia chiedendo quali fossero i regolamenti da seguire ma ad oggi a distanza di un mese e mezzo non abbiamo avuto risposta.
Noi voremmo che questo atto discriminatorio non passase in silenzio è innammissibile far passare un diabetico come un pericolo sanitario. Mia moglie ha maturato a questo punto una sorta di ossessione di vedersi rifiutata all’imbarco. Ed inoltre se avessimo avuto una coincidrenza in un’altro aeroporto, o un appuntamento di lavoro certo al danno morale e al “piccolo” danno materiale, si poteva aggiungere un notevole danno materiale.
In assenza di risposte da Alitalia noi pensiamo di intraprendere un’azione legale ma sopratutto voremmo che Alitalia fosse chiara nei suoi regolamenti e per questo vi invitiamo a richiedere pubblicamente chiarimenti sulla norme regolamentari per l’imbarco di diabetici e/o medicinali ad Alitalia, affinchè non si stabilisca un precedente, affinchè nessun diabetico/a possa essere lasciato/a a terra senza un’oggettivo motivo.
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Alitalia negato imbarco a diabetica per “mancanza di idoneita? al volo”: “potrebbe mettere a rischio il volo e costringere ad un atterraggio medico di emergenza”.
Il fatto e? avvenuto all’aeroporto di Fiumicino il 2 luglio 2014 all’imbarco del volo Alitalia AZ540 ed ha dell’incredibile. Cinque mesi prima avevamo acquistato un biglietto aereo da Roma a San Pietroburgo per ritornare poi a Roma da Mosca.
In partenza quindi da Fiumicino io e mia moglie (diabetica), come nostro solito, ci eravamo premuniti di un certificato medico rilasciato dal centro diabetologico (da cui e? seguita ormai da oltre 25 anni) dell’ospedale San Giovanni di Roma. Il certificato e? richiesto dalle compagnie aeree e dalla normativa sulla sicurezza per portare a bordo genericamente medicinali, in particolare ovviamente se dotati di aghi: l’insulina e il salvavita che abbiamo sempre con noi ovviamente lo sono. Arrivati in aeroporto alle 8.30 (come ci era stato chiesto) per un volo che partiva alle 11.35. Abbiamo fatto il check-in avvertendo dei medicinali e del ghiaccio secco che li accompagnava per mantenere la temperatura. Sembrava che tutto procedesse regolarmente, come al solito, ma cosi? non e? stato. Ci era stato detto al check-in che ci saremmo dovuti presentare prima all’imbarco, noi pensavamo per avere assistenza per il trasporto dei medicinali. Abbiamo attraversato i controlli di sicurezza dell’aeroporto mostrando ovviamente i medicinali senza avere ne problemi ne richieste particolari: giunti al gate di partenza come ci era stato detto abbiamo nuovamente dato le informazioni richieste sul trasporto dei medicinali che portavamo con noi: un piccolo frigo con due panetti di ghiaccio secco e i medicinali mostrando il certificato medico rilasciato dall’ospedale in cui si dichiarava lo stato di necessita? dei medicinali, uso e quantita? e i foglietti illustrativi appunto dei medicinali qualora ci fossero stati chiesti. Questo accadeva circa 40 minuti prima dell’inizio dell’imbarco dei passeggeri al gate di partenza. Verso le 11:10 inizio? l’imbarco e ci mettemmo in fila con gli altri, dopo un po’ che eravamo in fila ormai pronti a salire a bordo, ci sentimmo richiamare dalla hostess e qui il colpo di scena: in un primo momento avevamo capito che c’erano problemi con i medicinali e quindi abbiamo tentato di spiegare che a noi non serviva nulla eravamo completamente autosufficienti per il trasporto a temperatura, solo a quel punto mi e? stato detto chiaramente dal responsabile Alitalia di quel gruppo di gate d’imbarco “il problema non sono i medicinali ma sua moglie”.
Ci fu detto che il comandate si rifiutava di imbarcarci perche? sul certificato che avevamo con noi (quello per il trasporto dei medicinali) non era chiaramente scritto che, appunto, mia moglie era “idonea al volo”. Il comandante voleva essere certo che la signora diabetica non lo “costringesse” ad un atterraggio medico di emergenza cosi? come gli era capitato pochi mesi prima con un altro diabetico a bordo per questo esigeva che sul certificato fosse esplicitamente scritta l’idoneita?.
Rimanemmo di stucco. Spiegammo che non era la prima volta che viaggiavamo con Alitalia e appunto sia con Alitalia che con altre compagnie mai si era posto questo problema, niente. Tentammo quindi di spiegare che la patologia non richiedeva nessuna idoneita? al volo, nulla da fare chiedemmo di poter fare un autocertificazione o un’assunzione di responsabilita?, ma non valse a nulla. Feci anche presente che appunto mia moglie viaggiava accompagnata e che appunto avevamo dietro tutti i medicinali (anche per eventuali emergenze) con noi. Infine attoniti, sgomenti e increduli per quanto andava accadendo dicemmo loro che avremmo potuto chiamare l’ospedale e far parlare direttamente i medici con loro. Il comandante dell’aeromobile fu irremovibile nel continuare a chiedere una certificazione medica che garantisse l’”idoneita? al volo” per mia moglie. Ci siamo cosi? ritrovati a terra con il bagaglio scaricato dall’aereo, senza comprendere il motivo del rifiuto all’imbarco, discriminatorio e ingiustificato, da parte del comandante.
Ad onore del vero, dobbiamo dire che sia l’hostess di terra, che il responsabile dei gate di settore Alitalia intervenuto nel frattempo, cercarono di fare il possibile per poterci far partire, cercando, invano, di convincere il comandante.
Ci fu anche detto che avremmo dovuto riempire il modulo MEDIF (Medical Information Form) dove pero? non sono previste ne richieste di assistenza ne altro connesso al diabete. Per chi ha il diabete non esiste nulla di ostativo per nessuna compagnia aerea, anzi alcune compagnie aeree si preoccupano di provvedere a pasti o snack appropriati per chi ha il diabete. Ed infine ci fu detto che dovevamo procurarci un certificato che indicasse l’”idoneita? al volo” per mia moglie e ci fu consigliato di provare ad andare al pronto soccorso dell’aeroporto. Poiche? nel frattempo l’aereo era partito ci dissero che potevamo prendere lo stesso volo il giorno seguente e ci furono fornite le carte d’imbarco per lo stesso volo, per il giorno seguente. Ci recammo al pronto soccorso dell’aeroporto dove il personale con gentilezza ci disse che non
ci poteva rilasciare un certificato di “idoneita? al volo”; raccontammo quello che era avvenuto e anche loro rimasero increduli.
A quel punto tornammo a casa con le nostre valige.
Il giorno seguente fummo imbarcati, con gli stessi medicinali del giorno precedente confezionati e trasportati nelle medesime condizioni. Nessuno ci chiese “l’idoneita? al volo”.
Appena tornati, il 17 luglio, inviammo un reclamo ad Alitalia descrivendo l’accaduto e chiedendo di risarcirci per il danno subito. La risposta, che si e? fatta attendere fino al 22 ottobre, ci attribuisce la colpa per non aver prodotto la documentazione richiesta dalla compagnia. Ho richiesto all’Alitalia quale fosse la documentazione giusta da produrre (richiesta scritta inviata il 24 ottobre) ma ad oggi non abbiamo ancora ricevuto nessuna risposta.
A nostre spese, materiali e morali, abbiamo capito che viaggiare con Alitalia, per un diabetico, puo? essere un problema. Potrebbe capitare quello che e? successo a noi e cioe? che il comandante di turno non voglia imbarcarlo per mancanza di “certificato di idoneita? al volo”. Essere discriminati per una patologia che non mette a repentaglio la salute e la sicurezza degli altri e? inaccettabile sotto ogni punto di vista. Inoltre ci siamo sentiti trattati ingiustamente perche? chiaramente ci e? stato impedito di esercitare un nostro diritto (viaggiare con il biglietto aereo acquistato) in nome di una norma inesistente e con la richiesta di una certificato non previsto per questa patologia, ma cio? che e? piu? grave e? che se avessimo avuto una coincidenza in un altro aeroporto l’avremmo persa, se avessimo avuto un appuntamento per un lavoro o una visita medica che sarebbe successo?
Noi pensiamo di intraprendere un’azione legale (viste le non risposte fornite dalla compagnia) per chiedere che venga riconosciuto il diritto al trasporto dei diabetici anche da Alitalia. Vorremmo che venissero scritti regolamenti chiari come succede per altre compagnie. Il certificato di “idoneita? al volo” non e? necessario per un passeggero diabetico e nessuna autorita? sanitaria puo? o deve rilasciarlo. Infine vorremmo che nessun diabetico venga piu? discriminato a causa della sua patologia da un comandante d’aeromobile a causa di pregiudizi o di convinzioni quanto meno erronee sulla patologia.
Di seguito la risposta fornita da Alitalia alla nostra richiesta di risarcimento dei danni subiti ricevuta il 22 ottobre 2014
Gentili clienti
STEFANO VALENTINI / SANDRA BIANCONI
Facciamo seguito alla Sua comunicazione del 17 giugno 2014 e alla successiva conversazione telefonica intercorsa con l’Ufficio Relazioni Clientela lo scorso 22 ottobre 2014 e desideriamo rinnovarLe il nostro piu? sentito rincrescimento per quanto accaduto in occasione del volo Alitalia 540 del giorno 2 luglio 2014.
Come anticipato telefonicamente, Le confermiamo che in base a quanto previsto dalla vigente normativa in materia di disguidi relativi al negato imbarco non e? possibile accogliere favorevolmente la Sua richiesta di risarcimento poiche? non e? stato possibile accettare a bordo del volo AZ 540 la Signora Bianconi in quanto la documentazione in Suo possesso non idonea e conforma alla procedura richiesta dalla Compagnia.
Augurandoci che vorra? riconsiderare la Sua posizione sull’accaduto e accordarci nuovamente la Sua fiducia, porgiamo cordiali saluti.
Relazioni Clientela Alitalia