Nervosismo da prestazione non una novità presente e all’orizzonte, soltanto un surplus di concentrato di tensioni e stress le quali si materializzano con una certa regolarità a Natale e feste limitrofe. Sarà per via del poco tempo a disposizione e dei budget sempre più risicati per colpa della crisi, ma fare tra libagioni e regali di Natale “l’affresco” può diventare per molti un vero e proprio stress. La bolgia nei mercatini natalizi rappresenta un’interessante opportunità per fare del bene, ma ogni passaggio ha sempre due risvolti: un positivo e l’altro negativo: il primo, emotivamente parlando, derivato dal piacere di far star bene le persone care; il secondo, di uscirne a fette. ‘l’ansia da feste’ è tra noi, e l’unico suggerimento da dare è vivere le prossime ricorrenze con il ‘giusto approccio’.
La difficile ricerca del menù, pensiero giusto può trasportarci all”ansia da feste’, ma per vincere tale malessere, ”è meglio dosare, centellinare gli interventi e fare scelte e regali di valore emotivo”. Sentire e vivere le feste come un obbligo del tipo: “così fan tutti” è un punto di partenza errato. Per quanto riguarda i regali: un ”piccolo pensiero curato nella presentazione, per esempio, sarà sempre più gradito di un grande oggetto buttato lì senza amore. Bisogna cioè modificare il valore economico di un regalo in valore emotivo, perché un oggetto costoso non vale di più di un oggetto cercato davvero. Un esempio: una vecchia foto che rappresenti un momento di forte condivisione con la persona alla quale si vuol fare un regalo, messa in una cornice di legno, materiale vivo, può avere un valore emotivo molto alto”. Il regalo più bello da fare ai figli, poi, ”è quello di trascorrere più tempo con loro, facendo cose che non si ha mai tempo di fare”. Insomma, il Natale non deve essere un ”compulsivo correre nell’illusione di riempire un vuoto” e l’arma migliore contro lo stress è ”ritrovare e valorizzare i vecchi riti, come il taglio del panettone, l’attesa della mezzanotte per farsi gli auguri. Tutto questo unisce davvero, se fatto con desiderio”.
La stessa cosa per quanto riguarda il momento clou delle feste: lo stare assieme a tavola, la condivisione del cibo dei pensieri emozioni e parole va ben oltre ogni forma, addobbo. Spesso la vera ragione dello stress col passare degli anni sta nell’obbligo di dover “presidiare” “presenziare” a tavola con persone di cui esistono solo legami formali e non più emotivi; per chi può hanno inventato i viaggi e vacanze di fine anno così da risolvere questo tipo di problema.
Lascio per ultimo il capitolo mangereccio poiché rappresenta la questione, il dilemma delle cento pistole per il diabete. Bene vi tranquillizzo subito: nella preistoria del diabetico qualsiasi festa rappresentava una vera e propria occasione nefasta poiché non si sapeva come regolarsi con l’insulina e tutto il resto.
Oggi sono poche e chiare le indicazioni utili per muoversi senza dilemmi e stress a tavola durante le feste, laddove si abbonda in libagioni: evitare l’ipoglicemia e l’iperglicemia con sviluppo della chetoacidosi portate alle estreme conseguenze, per far ciò occorre fare qualche controllo della glicemia in più, specie a tre, quattro ore di distanza dalla fine del pasto. Bere molta acqua e cercare di non restare attratti dal magnetismo gravitazionale del divano o suoi derivati (magari facendo una passeggiata a piedi di trenta minuti per digerire e consumare qualche caloria, carboidrato).