Un regalo a Natale, un dono lo puoi fare sempre anche se la nebbia occupa le valli e la pioggia bagna campi e acque, un momento per testimoniare che ricordi e vivi lo si ha senza infingimenti. Lontano da me stare qui a poche ore dall’inizio delle feste di fine anno fare una lista dei desideri materiali, invece un piccolo, infinitesimale accenno a un attimo di pace e serenità nella pelle di un diabetico lo voglio dare. Ma prima vi racconto una breve storia: quella di un chitarrista.
Il chitarrista avanzò a passi lenti e sicuri, sembrava ancora più alto e magro così vestito di nero, neri i capelli neri gli occhi che socchiudeva leggermente alla luce dei riflettori. Il suo sguardo si posò sulla folla che gremiva la sala e per un attimo si soffermò su qualcuno che lì nella calca lo salutava freneticamente. Un lieve sorriso gli increspò le labbra, ma fu un attimo e sul viso tornò l’espressione seria e concentrata che sempre assumeva prima. Si avvicinò allo sgabello accanto al microfono e vi si sedette con un movimento agile ed aggraziato; poi abbracciò la chitarra che fino ad un attimo prima aveva mantenuta stretta al suo fianco; l’abbracciò, tenendola sulle ginocchia ed inclinando leggermente il capo stette a guardarla.
Nella sala il vocio di poco prima era ora un brusìo leggero. Poi fu il silenzio. Il chitarrista non si mosse per qualche minuto, concentrato, chiuso in sé. Quello era il momento in cui svuotava la mente da ogni pensiero, la respirazione lenta e profonda, il ritmo calmo del proprio cuore e diventava una cosa sola con la sua chitarra. Poi le mani agili e sottili pizzicarono le corde, prima lievemente, e poi sempre più …decise ed impazienti; e fu musica, dolce e lieve, forte e appassionata, l’atto creativo, il miracolo che solo un vero artista può regalare al mondo. Lì la tecnica non basta, è il cuore che vibra, è l’anima stessa che fa regalo di sé agli altri. L’atto creativo che rende ogni musicista simile ad un Dio dispensatore di sogni, di segreti mai prima svelati, di emozioni sempre nuove o antiche e mai dimenticate. E la musica fluisce e copre il silenzio ed il silenzio è un foglio bianco sul quale egli scrive la gioia di essere al mondo, per ricordare all’uomo l’unico tesoro che Dio gli ha permesso di portare con sé dal Paradiso perduto: la musica!
La musica quella musica da lui intonata con la magia delle sua dita e l’arpeggio tra mani e anima era un antidolorifico momentaneo, i sui polpastrelli puntellati da tante glicemie si facevano sempre più insistenti e piangenti.
Un regalo al quel chitarrista, per noi tutti diabetici, anche a me sapete qual è? Uno strumento che ci dia la possibilità di controllare la glicemia senza aver male anche solo per toccare le cose. A seguito della mia esperienza con Libre di Abbott ho capito cosa significa staccare, poter sapere il valore della glicemia senza buchi, vorrei come regalo tutti noi avessimo questa possibilità.
Beh Babbo Natale questo è il desiderio, io la lettera la lascio tanto da qui non scappa e se ti dimentichi per quest’anno lei resta. Auguri!